Il padre di Carlo Giuliani a Empoli nel circolo Arci di Pozzale

 “Carlo quel giorno era uscito da casa con il costume da bagno sotto i pantaloni; sicuramente scese in piazza, vide persone che spaccavano e rompevano tutto e interi reparti di carabinieri fermi immobili; e poi vide il massacro della gente.”

 

Ricostruisce così Giuliano Giuliani gli ultimi attimi di vita di suo figlio Carlo, in un incontro che si è tenuto lo scorso 6 dicembre alla Casa del Popolo del Pozzale a Empoli.

 

Durante la serata, incentrata sui fatti del G8 di Genova del 2001 Giuliano Giuliani ha ricordato vari momenti di quel 20 luglio di 11 anni fa, giorno nel quale suo figlio venne ucciso, e ha introdotto la proiezione del filmato “Genova, 20 Luglio 2001, perché?”, il quale mette in sequenza tutti gli interrogativi rimasti aperti nonostante il processo che è seguito ai fatti; processo che, ricorda Giuliani, ha subìto “una scandalosa archiviazione“.

 

Secondo Giuliani “Genova rappresenta una svolta nel modo di fare repressione da parte del potere: reprimere con il consenso dell’opinione pubblica.” Più precisamente afferma, riguardo all’uccisione di Carlo che “le foto di quegli attimi sono prese col teleobiettivo e quindi con le distanze ridotte in un modo pazzesco; Carlo si trovava a 4 metri dalla camionetta, e non fece mezzo metro avanti. Quell’estintore, che era già stato tirato da un’altra persona prima, lui lo raccolse dopo che aver visto la pistola puntata e caricata. Quindi il suo è, mi permetto di dirlo con certezza, un gesto difensivo. Dall’altra parte c’è la volontà di uccidere.”

 

Da 11 anni in prima linea per cercare la verità sull’uccisione di suo figlio, Giuliani sottolinea quanto non sia “giusto utilizzare i termini collettivi: bisogna usare i nomi e i cognomi delle persone; ammesso e non concesso che a sparare a Carlo sia stato il giovane carabiniere Mario Placanica, credo che la responsabilità stia sempre in alto e da lì scende in basso.”

 

“Continuo ad essere contrario a qualunque generalizzazione

” continua il signor Giuliani; “sono ancora convinto che quelle forze dell’ordine che hanno fatto quelle cose rappresentino una minoranza, e che la parte maggioritaria sia costituita da persone che con grande difficoltà perché non è facile fare quel mestiere lì, fanno ancora quel mestiere con dignità.”

 

L’evento, organizzato dall’associazione Lilliput in collaborazione con Sinistra Ecologia e Libertà e Circolo Arci Pozzale di Empoli, ha visto la partecipazione di molti giovani, soprattutto ragazzi dei licei; “questo pubblico ha un’età media molto bassa ed è questa una cosa che non si trova spesso”, ha commentato Giuliano Giuliani prima di concludere l’incontro. E un ultimo pensiero rivolto a suo figlio Carlo Giuliani, ragazzo.

 

 

Grazia D’Onofrio

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