IL CONCETTO DI RIABILITAZIONE: SEMPRE PIÙ UNA CHIMERA

Dai poliomielitici di “vecchia data” a tutti gli altri invalidi che necessitano di un ausilio l’umiliante attesa per la scarsa considerazione delle Istituzioni politiche
di Ernesto Bodini (giornalista scientifico e biografo)
Da sempre si parla di riabilitare il paziente a seguito di una o più patologie che lo ha colpito. Ed è proprio la parola riabilitazione che richiede un processo attento e mirato come è prescritto solitamente dai medici specialisti a seconda della patologia in questione. Ma riabilitare significa anche prevenzione secondaria in particolare per quanto riguarda pazienti la cui patologia si è “cronicizzata”, e qui l’elenco sarebbe infinito. Poiché in quasi tutte le Università italiane non si insegna Storia della Medicina, vorrei rammentare a chi di dovere (soprattutto a chi detiene i Ministeri dell’Università e della Salute) che nel nostro Paese attualmente vivono decine di migliaia di persone con postumi di poliomielite, ossia coloro che hanno contratto il virus prima della scoperta del vaccino Sabin/Salk. La maggior parte di questi risultano colpiti agli arti inferiori (uno od entrambi) e spesso con notevoli difficoltà motorie e di deambulazione, per facilitare la quale necessitano di tutori ortopedici (ortesi) realizzati da tecnici ortopedici specializzati (oggi sempre più rari), e forniti gratuitamente dal Ministero della Sanità attraverso i Medici Provinciali Regionali, poi divenuto Ministero della Salute attraverso le Regioni che nel tempo hanno demandato l’autorizzazione alle proprie Asl delle rispettive città di residenza. Questi ausili, nella loro specificità da adattarsi al singolo soggetto a seconda delle proprie caratteristiche anatomiche e patologiche, da anni rientrano in un elenco ministeriale denominato Nomenclatore Tariffario degli Ausili e delle Protesi, il cui elenco comprende una serie di codici e relativi prezzi per il loro confezionamento e fornitura (DM 332/99). Ma nonostante la Riforma 833/1978 il Nomenclatore non è stato aggiornato periodicamente (mediamente ogni due-tre anni), e in ultima analisi di periodo non è stato aggiornato sin dal 1999; poi, per volontà di chissà qualche “buontempone politico”, il suddetto elenco è stato ripreso e con il Decreto del 23/6/2023 si dispone che le nuove tariffe dell’assistenza protesica entreranno in vigore dal 1° aprile 2024. Alla buon’ora si direbbe, ossia meglio tardi che mai; ma nel frattempo gli aventi diritto (poliomielitici e non) alla fornitura delle ortesi (ex novo) si vedono richiedere dalle officine ortopediche convenzionate con le Asl un importo ad integrazione, in quanto i prezzi del Nomenclatore non sono mai stati aggiornati, appunto, dal 1999; importo che sarebbe a carico dell’assistito. Anche questo, a mio avviso e con immutata convinzione, è un ulteriore segnale di una Sanità pubblica in decadenza e, per quello che mi riguarda, con sempre minor attenzione per i poliomielitici (ormai non più giovani) per i quali a suo tempo Don Carlo Gnocchi (nella foto con alcuni suoi assistiti mutilati e poliomielitici) si prodigò per la loro assistenza, per tutto il periodo che seguì il dopoguerra, e per diversi anni anche dopo la sua morte avvenuta nel 1956.
Ma non intendo certo perorare la difesa solo per i “polio”, essendo personalmente parte in causa, ma questa carenza assistenziale dello Stato si è tramandata da una Legislatura all’altra, sino ad interessare disabili affetti da altre patologie croniche e invalidanti che pur necessitano di determinati ausili, ortesi e/o protesi. In buona sostanza, a parte rare eccezioni, siamo governati da uno stuolo di politici-gestori che “rifiutano” una realtà emergente, ossia quella degli anziani e degli invalidi (non più attivi), la cui assistenza graverebbe pesantemente sui bilanci della Sanità. (Da notare, detto per imciso, che anni addietro uno scandalo evidenziò la scoperta di circa 4 mila “falsi invalidi” del cui seguito non seeppe nulla…!). A tal riguardo mi si provi ad affermare il contrario, in tal caso inviterò costoro a leggersi pagine di storia sino “profanare” la loro coscienza (se non anche ignoranza), anche perché la società, e quindi lo Stato, devono fare i conti non solo con il repentino invecchiamento della popolazione, ma anche con una nutrita serie di malattie rare che necessitano di altrettanta (se non maggiore) attenzione e assistenza: diagnosi, farmaci, sostegno economico, caregiver, etc. Ora, se l’evoluzione della poliomielite con tutte le conseguenze, ivi compreso il fatto che nonostante la disponibilità del vaccino Sabin in Italia, non si volle rendere obbligatoria per 4-5 anni la vaccinazione (cui seguirono circa 10 mila paralisi e circa mille decessi) non ha insegnato nulla ai politici dell’epoca e quelli delle ultime generazioni, significa che avremmo bisogno di “un altro” Don Gnocchi… e poi ancora. Probabilmente per essere tutelati tutti noi dovremmo attendere che la Chiesa lo proclami Santo, perché per intercessione qualcuno di noi potrà essere miracolato: non nel senso di guarigione, ma unicamente per ottenere quell’assistenza ortesica e/o protesica che ci spetta di diritto… senza doverla elemosinare (sic!).
Nella foto in alto alcuni piccoli poliomielitici assistiti da una fisioterapista…, sicuramente oggi adulti con le stesse esigenze.