I POLIOMIELITICI E LA CONQUISTA DEGLI APPARECCHI ORTOPEDICI

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È “doveroso” ricordare che i poliomielitici, colpiti soprattutto agli arti inferiori, per camminare e per la loro indipendenza avevano bisogno di un sostegno ortesico, ad opera di tecnici ortopedici specializzati
di Ernesto Bodini (giornalista scientifico)
Quante vittime ha causato il virus della poliomielite? Diversi milioni nel mondo, alcune decine di migliaia in Europa e in Italia. Poi come sappiamo, o dovremmo sapere, verso la metà degli anni ’50 la malattia fu sconfitta grazie alle ricerche e alla realizzazione del vaccino per merito dei medici filantropi Jonas E. Salk (1914-1995) e Albert B. Sabin (1906-1993). Ma a chi è stato colpito dalla polio, soprattutto agli inferiori, è stata dedicata particolare attenzione al fine di correggere chirurgicamente le eventuali deformità, oltre a sedute di fisiokinesiterapia; ma per deambulare dovevano essere forniti di apparecchi ortopedici (ortesi) prescritti dal medico ortopedico e/o fisiatra, e confezionati da tecnici ortopedici specializzati. Quindi, a tal riguardo l’Ortopedia in questi decenni ha compiuto notevoli progressi sia clinici che tecnici, tant’é che in diverse città italiane sono sorte delle Scuole per tecnici ortopedici ad alta specializzazione. Nel corso dello sviluppo quasi tutti i soggetti colpiti dalla polio andavano incontro a varie deformazioni muscolo-scheletriche e tendinee, tali da richiedere interventi chirurgici correttivi (artrodesi, osteotomie, etc.), seguiti da sedute di fisioterapia e forniti di appropriati sostegni per deambulare.
Da un estratto “Gli apparecchi ortopedici” di F. Deliata, dell’Istituto Rizzoli di Bologna (Ed. L. Cappelli, 1921) si evince che tra le deformità che potevano (e possono, il verbo presente è in considerazione del fatto che vi sono ancora dei soggetti che in questi anni hanno contratto la polio in alcuni Paesi del mondo, ndr) essere corrette per mezzo di apparecchi, vi sono la flessione dell’anca e del ginocchio, il ginocchio ricurvato e flesso di grado più o meno leggero, le deviazioni già stabilite e mantenute da alterazioni osteo-articolari. Alle deformità gravi, nel caso non sia necessario l’intervento chirurgico, si rimedia mediante la correzione manuale in narcosi e l’applicazione di apparecchi gessati… L’apparecchio ortopedico (in seguito comunemente definito tutore) nel tempo ha richiesto varie forme non tanto estetiche quanto pratico-adattive. Volendo citare qualche esempio, per le deformità del ginocchio in flessione risponde bene una ginocchiera articolata con diverso materiale, per contenere l’equinismo del piede si ricorre ad un apparecchio che consiste in un gambale e di un plantare, riuniti insieme da due cerniere. Negli arti paralitici, come quelli deformati proprio per effetto della polio, l’uso di un apparecchio rappresenta bene una condizione sine qua non per la deambulazione. In tempi relativamente recenti diversi i modelli realizzati (e realizzabili) per sostenere la deambulazione del soggetto poliomielitico anche in ambedue gli arti; e tale sussidio è costruito in cuoio e metallo (acciaio o alluminio, ma anche in fibra di carbonio) con scarpetta e plantare articolato o fisso, e può essere inoltre dotato di appoggio ischiatico, articolato al ginocchio con blocco posteriore. Questa ortesi, che in epoca di collegio (Fondazione Don Carlo Gnocchi) la chiamavano ironicamente “la cagnola”, per lungo tempo ha migliorato non solo la deambulazione di molti, ma anche una certa autonomia e vita di relazione.
Tali manufatti nel tempo sono stati perfezionati grazie alla “maestria” di tecnici ortopedici, tra i quali ricordo personalmente (in quanto parte interessata) Giovanni Marotta (nella foto) che, dal 1953 al 1995, ha lavorato al Centro dell’Istituto Don Gnocchi di Parma, prima come allievo mutilatino e poi come dipendente addetto al reparto Officina Ortopedica. Lo ricordo ancora oggi perché un anno mi perfezionò un tutore, ma anche per la sua amicizia e disponibilità e, manco a dirlo, per la sua riconosciuta professionalità nel realizzare sia protesi per mutilati che tutori per poliomielitici. Vorrei concludere questa breve rievocazione storica, rammentando che gran parte degli ausili protesici (come i tutori) rientra nel cosiddetto Nomenclatore Tariffario degli Ausili e Protesi, la cui fornitura agli aventi diritto è a carico del SSN ed erogata dalle rispettive Asl di residenza. Ma purtroppo per parecchi anni tale Tariffario non è stato aggiornato, causando notevoli ritardi nella fornitura… come se se gli invalidi fossero guariti o migliorati d’incanto! Mentre la Medicina e la Tecnologia hanno fatto progressi, la politica non è andata di pari passo, e questo non si chiama progresso, ma recessione della considerazione umana.