I Giovedì della Poesia: “Un Calderone nel Camino” di Bruno Guidotti
Un calderone nel camino
Un calderone appeso a una catena
sopra al fuoco di un camino, in cui
patate, cavoli, e bietole bollivano.
Quella danzante fiamma, intima e gioiosa,
scaldava e illuminava della cucina
le sue mura ed il soffitto con le travi,
da cui appesi, pendevano salsicce,
e di aglio e di cipolle alcuni mazzi.
Noi, seduti e infreddoliti accanto al focolare,
eravamo lì a riscaldarci senza parlare,
guardando quelle fiamme, da cui sprizzavano
faville scoppiettanti.
Era in quell’ora della cena, in cui davanti
ad un piatto di minestra, o ad una frittata,
o a del cacio, e ad una pagnotta di pane
fatto in casa, che ci si confidava del lavoro
ai campi, e degli stenti per andare avanti,
e delle speranze mai abbandonate.
Intanto sulla tavola smollicata, si consumava
la candela, e nel camino più non danzavano
faville dalla fiamma, e l’aria gelava prontamente,
mentre il sonno e la stanchezza gravavano alle spalle.
Fuori, la notte disteso aveva l’oscura coltre,
lontano dei monti i profili congiunti al cielo sembravano
dormire, e dei silenzi le sommesse voci.
Bruno Guidotti è un poliedrico autore che rappresenta sempre la vita ed i problemi che questa presenta. Autore di poesie di notevole spessore relative alle varie esperienze umane: le fatiche, le speranze, i rimpianti, le frustrazioni, le scene di vita. Opere sempre velate di malinconica dolcezza, si fissano all’animo sensibile in maniera indelebile. In relazione ai suoi disegni e ai suoi dipinti, si evidenzia la vibrosità che conferisce dinamismo e notevole movimento alla composizione. Guidotti rifiuta qualsiasi collocamento ad eventuali movimenti stilistici. Alle sue opere dobbiamo avvicinarci liberi da ogni schema mentale, per poterle apprezzare.
un riunirsi intorno ad un camino alla fine di una giornata di stenti per poter parlare rilassarsi e lasciare le fatiche del giorno alle spalle un bel quadro di un tempo ormai andato che il poeta porta a rivivere con la sua bravura elogio sincero
Composizione bellissima che torna nuovamente sul tema del passato, con un melanconico ricordo che aleggia in tutti i versi. Stupendo il finale, che riprende molta della sintassi leopardiana.
Una poesia questa del bravo Bruno Guidotti che ci riporta col pensiero a come si viveva tanti anni fa. E’ vero c’era piu’ miseria ma facendo dei paragoni con i nostri giorni,le persone erano molto piu’ felici,si volevano bene.,Come descrive il Guidotti nella sua lirica la gente gia’ stando vicino ad un camino dove si cuoceva un bel minestrone erano gia’ appagati si contentavano di poco.Il segreto era la concordia che regnava nella famiglia che si ritrovava intorno ad un fuoco parlando delle loro esperienze di lavoro e con tutto quel ben di Dio appeso al soffitto.Una poesia magistrale questa del valente Bruno Guidotti che descrive un mondo che purtroppo non c’ è piu’.Complimenti al nostro amato poeta.
Le poesie di Bruno sono “visive”. Una serie di scatti dai quali sembrano quasi uscire anche aromi e profumi di tempi lontani.
Bellissima questa emozionante poesia del bravo Bruno , poeta valido . Mi fa tornare bambino , quando si passava del tempo insieme ai nonni paterni , e quelle ” faville scoppiettanti ” derivate dal bruciare della legna al fuoco , in dialetto molisano erano dette ” le vecchie ” , chissà perché . La semplicità ed umiltà faceva trascorrere le lunghe giornate che si vivevano allora , e le persone erano ugualmente felici e serene , anche se mancava quasi tutto .