I BAMBINI E LA TELEVISIONE

Di Giusy Chiello

“Cattiva maestra televisione” è stato uno dei primi libri di comunicazione che ho letto, e devo dire, che mai come oggi me lo sento così vicino per i suoi contenuti.
Karl Popper, infatti, nella sua opera, sostiene quanto la televisione negli anni, è andata sempre più deteriorandosi, in quanto per i produttori è sempre più difficile realizzare programmi qualitativamente buoni in quantità sufficiente a coprire le ore di trasmissione delle numerose emittenti, e soprattutto perché, per mantenere la loro audience, le stazioni televisive devono mandare sempre più materiale scadente e sensazionale, dove i sapori forti sono rappresentati dalla violenza, dal sesso e dal sensazionalismo. Oggi, più di ieri, questo fenomeno sta dilagando, raggiungendo punte di gravità elevatissima.
Il problema più grande, in questo caso, è che i bambini passano troppe ore davanti alla televisione, e siccome i fanciulli si adattano al loro ambiente, che in questo caso è la televisione: stiamo educando i nostri figli alla “non-cultura”.
Purtroppo, man mano che si va avanti, la televisione è diventata il media più “popolare”, e proprio per questo motivo la qualità dei suoi contenuti va sempre di più a decadere. La nostra società è diventata figlia della televisione, visto che le mamme, impegnate nel lavoro, nelle faccende domestiche e nello stress quotidiano, delegano ai programmi televisivi, l’intrattenimento e, nello stesso tempo, l’educazione dei propri figli. Siamo di fronte a casi di bambini che a 4-5 anni si rapportano a persone come i componenti del Grande Fratello, invece che ai nonni o ai genitori.
La cattiva educazione dei programmi televisivi è sicuramente il più grosso problema di quest’argomento, ma non va trascurato il fatto che guardare la televisione è un atteggiamento passivo, dove i bambini recepiscono ma non mettono in moto la loro fantasia.
Il consiglio che mi sento di dare ad ogni mamma è quello di dedicare un po’ più di tempo ai loro figli, per giocare insieme a loro, per leggergli un libro, in modo da stimolare la loro fantasia e non fare in modo che diventino solo dei contenitori di informazioni. In verità, un po’ di programmi adatti ai bambini (con il controllo dei genitori) durante la giornata non rappresentano una minaccia per la loro educazione. Un ulteriore suggerimento mi sento di darlo a tutti i telespettatori, che dovrebbero snobbare programmi dove i valori culturali e sociali vengono calpestati. Solo in questo modo potremmo sperare in una “buona maestra televisione”.

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