“Hit the road, Nonna!”: il documentario in esclusiva a Firenze

locandina della proiezione a Firenze del documentario Hit the road, Nonna

locandina della proiezione a Firenze del documentario Hit the road, NonnaVENERDÌ 12 DICEMBRE 

CINEMA + APERITIVO

IN ESCLUSIVA IL DOCUMENTARIO

“HIT THE ROAD, NONNA!”

alla presenza del regista Duccio Chiarini

[APERITIVO ORE 20 – INIZIO FILM ORE 21.30]

@ GLUE Alternative Concept Space
V.le Manfredo Fanti, 20 – Firenze
Apertura ore 21.00 | Concerto ore 22.30

Ingresso SEMPRE GRATUITO a TUTTI gli eventi con tessera annuale Glue/US Affrico
(settembre 2014 – agosto 2015)

“Nella sua vita Delia Ubaldi è stata figlia di poveri emigranti in Francia e imprenditrice di successo in Europa. Il suo talento le ha procurato enormi ricchezze, il suo carattere gliele ha fatte perdere tutte. Tra road movie e saga familiare, il documentario racconta una donna caparbia e controversa, passionale e problematica, in continuo conflitto tra vita pubblica e privata, tra ambizione e doveri di madre. Oggi a quasi novantanni, ripercorre con suo nipote gli episodi e gli incontri più importanti della sua esistenza, in alcuni casi specchio di cambiamenti del costume e della società europea occidentale del novecento.”
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IL REGISTA

Duccio Chiarini dopo la laurea in legge all’Università di Firenze si sposta in Inghilterra per studiare cinema alla London Film School. Ha diretto numerosi cortometraggi tra cui Alone Together, finalista a Clermont Ferrand, e Lo zio con Marco Messeri, vincitore di numerosi premi. È stato assistente alla regia di Peter Del Monte e di Spike Lee in Miracolo a St. Anna. Da qualche anno collabora con Radio 3 come autore di documentari radiofonici. Sta preparando il suo film d’esordio I divani degli altri, scritto con Roan Johnson e Davide Lantieri, la cui sceneggiatura è stata finalista al premio Franco Solinas 2011.
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NOTE DI REGIA

“Faccio un documentario sulla nonna Delia”. Lo comunico a mio padre che mi guarda perplesso: “In bocca al lupo!”. Le sue parole mi tornano in mente quando ricevo una telefonata di nonna mentre sto caricando videocamera e luci sul treno per andare a trovarla in Germania: “Cocco mi spiace ma ho cambiato programma: sono venuta a Bratislava per un intervento agli occhi e devo stare al buio qualche giorno.” “Ma come Bratislava nonna? Ma avevamo già fissato tutto.” “Lo so, ma pensavo fosse una cosa più semplice…”.

Mentre prepari un documentario sulla vita di tua nonna pensi che dovrai stare attento a non volere raccontare troppe cose, a non sovrapporre il tuo sguardo di nipote con quello di regista e che la buona riuscita del film dipenderà da una serie di sottili accorgimenti psicologici. E sbagli di grosso. Nel corso dei quattro mesi di riprese ai quali mi ha costretto per poter passare dieci giorni assieme a lei, nonna ha cambiato programma diciassette volte proponendomi nell’ordine di intervistarla a Parigi, in Garfagnana, in un trullo di Alberobello o sull’isola di Kos in Grecia, dove suo marito la porta d’estate a respirare un po’ di iodio.

Non che intervistare gli altri parenti sia stato più semplice: quando ho detto agli zii e ai cugini Ubaldi sparsi per la Francia che volevo parlare anche con loro, mi hanno tutti risposto allo stesso modo: “Ma sei sicuro? Guarda che io vengo male in video e poi non so parlare”. I miei genitori hanno provato a rimandare le loro interviste per settimane e si sono decisi a collaborare solo quando hanno capito che sarei rimasto in casa loro fin quando non fossero stati pronti. Sapevo che raccontare la vita di nonna avrebbe voluto dire andare a riaprire le pagine più tormentate della storia della famiglia, ma avevo comunque deciso di partire per questa avventura. Certo nel corso di questo viaggio ho costretto Delia e molti di noi a sottoporsi a sedute di analisi di cui avrebbero fatto volentieri a meno ma che forse, nel tentativo di capire mia nonna, ci hanno aiutato a comprendere qualcosa in più anche su tutti noi.
(Duccio Chiarini)

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