Giornalisti: mantenuti o mendicanti?

Ieri sul blog di Beppe Grillo si leggeva di come la stampa riceva innumerevoli sovvenzioni e di come i tagli dell’economia italiana non vadano ad intaccare i giornalisti. Cifre da capogiro quelle che le testate più in vista percepiscono ogni anno. Sul blog di Grillo si legge anche: Se non ci sono i soldi per le famiglie, non si capisce perché dobbiamo mantenere i giornalisti.

Quest’affermazione, però, non tiene conto del fatto che il giornalismo italiano non è fatto solo da testate famose, con alle spalle partiti politici, imprenditori facoltosi e quant’altro. La stampa italiana è formata anche da quelle testate che si autofinanziano, che vivono del lavoro spesso svolto da volontari o da giornalisti che percepiscono un minimo rimborso spese. Forse è il caso di soffermarsi sul caso in modo più appropriato, invece di generalizzare su come la stampa sia così privilegiata.

I privilegiati sono solo le grandi testate, e le “microtestate” che ruolo hanno in tutto ciò?

Si parla di realtà formate da professionisti che amano il loro lavoro e che cercano di trovare il modo per potersi finanziare.

Perchè invece di consegnare queste cifre esagerate alle testate più vista, non si trova il giusto mezzo?

L’informazione, quella vera, deve essere tutelata e i giornali che cercano di farlo dovrebbero essere sostenuti da coloro che governano.

Non credo ci vogliano cifre così esagerate. Basterebbe solo la metà di quello che le “Grandi del giornalismo” percepiscono attualmente, suddivisa equamente per tutti coloro che vivono di pane e informazione.

Giusy Chiello

Redattore Capo

giusy.chiello@ilmiogiornale.org

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