Fondazione Cesvi è arrivata a Buča: l’organizzazione umanitaria, prima tra le ong italiane,incontra il sindaco Anatoliy Fedoruk

Bucha città

Impegnati i primi 500 mila euro raccolti da Cesvi per collaborare alla ricostruzione della città e consegnata una proposta di gemellaggio con la città di Bergamo.

Incontro tra il sindaco di Buča e il Direttore Generale di Cesvi

“Sono orgoglioso di avere una ong italiana al nostro fianco e anche di aver ricevuto una proposta di gemellaggio con la città di Bergamo” ha dichiarato il sindaco.

Il sindaco della città di Buča, Anatoliy Fedoruk, ha incontrato oggi Piersilvio Fagiano, direttore generale di Fondazione Cesvi. Si tratta del primo incontro tra le autorità locali e una ong italiana per accertare i bisogni umanitari della popolazione in vista dell’attivazione di un progetto dedicato in partenza nelle prossime settimane che potrà contare di un ufficio di Cesvi direttamente nella città per la gestione logistica di tutte le operazioni.

Diventata simbolo di una guerra che si sta consumando da oltre 60 giorni, (“Qui a Buča abbiamo visto l’umanità andare in frantumi“, ha dichiarato Ursula von der Leyen – Presidente della Commissione europea in visita nella cittadina) e che vede come principali vittime bambini, donne, anziani e disabili. La città chiama dunque la solidarietà italiana e l’esperienza di un’organizzazione umanitaria come Cesvi per collaborare a pianificare gli interventi di ricostruzione che potranno contare su un primo fondo stanziato di 500 mila euro ai quali si aggiungeranno altre donazioni che la Fondazione sta raccogliendo tra donatori privati e pubblici per ricostruire la città di Buča. Tra questi anche il Comune di Bergamo che, proprio in occasione di questa visita, ha fatto recapitare al primo cittadino Fedoruk l’impegno del proprio sindaco, Giorgio Gori, per un gemellaggio con la città di Bergamo. Questi primi fondi per la ricostruzione di Buča si vanno ad aggiungere agli oltre 1,5 milioni di euro che Cesvi ha destinato a progetti in Ucraina per far fronte all’emergenza umanitaria in atto.

Essere tra i primi italiani a rispondere a un appello di intervento da parte delle autorità locali, ci rende fieri del contributo che potremo portare pur in questo contesto drammatico. Siamo pronti a portare la nostra esperienza internazionale e il nostro modello dinamico tipico di una ong italiana che da sempre ha agito in contesti emergenziali, non con modelli precostituiti, ma con soluzioni tailor-made per affrontare e risolvere problematiche specifiche. Un approccio che parte dai territori, dalla collaborazione con la società civile e le istituzioni locali che in tutti questi anni ci ha permesso di portare aiuti tempestivi, anche nelle situazioni più difficili come l’Afghanistan, Haiti, il Myanmar” dichiara Piersilvio Fagiano direttore generale di Cesvi.

“Sono lieto che i nostri partner italiani, Fondazione Cesvi e il Comune di Bergamo, si impegneranno nella ricostruzione della città e del suo tessuto sociale. Questa sarà una stretta collaborazione a lungo termine che coinvolgerà lo sviluppo della città nella sfera sociale. Abbiamo delineato un ambizioso piano a breve termine: definito i bisogni concreti, di cui la gente di Buča ha bisogno oggi; stabilito un elenco delle cose più importanti di cui la nostra città avrà bisogno nel prossimo futuro per garantire una ripresa di normalità. In particolare ci siamo soffermati in particolare ai servizi abitativi e sociali. La città di Bergamo ha anche avanzato una proposta per stabilire un rapporto di gemellaggio con la città di Buča che verrà discussa nel prossimo consiglio comunale di settimana prossima” ha dichiarato il sindaco Anatoliy Fedoruk durante l’incontro.

L’incontro di oggi con il sindaco ha fatto emergere come bisogni più impellenti

  • ristabilire la sicurezza nelle aree liberate (dove è in corso la campagna di sminamento e rimozione dei residuati bellici) per permettere il rientro dei cittadini in completa sicurezza
  • ricostruire e/o recuperare le infrastrutture distrutte, sia quelle pubbliche, che quelle residenziali (anche con una fase intermedia di strutture temporanee);
  • ricostruire le abitazioni, le attività economiche/produttive e le strutture per le attività sociali
  • riequipaggiare le flotte di mezzi dei servizi pubblici, come ambulanze, autopompe, mezzi pubblici;
  • favorire la ripresa delle attività lavorative, il rispristino della produzione industriale.

Cesvi inizierà i suoi interventi mirati nelle prossime settimane concentrandosi in modo particolare sulla ricostruzione delle città. “Siamo qui per parlare di ricostruzione strutturale e sociale” ha dichiarato Piersilvio Fagiano direttore generale di Cesvi “Noi di Cesvi stiamo trovando qui una popolazione forte e disposta a lavorare tenacemente per tornare al più presto a una vita prospera e pacifica”.

Cesvi completerà l’assesment con il team emergenza presente nel Paese fin dall’inizio del conflitto.  “Sappiamo che qui al momento c’è bisogno di tutto, dal ripristino dei servizi essenziali e degli alloggi fino al supporto psicosociale per superare il trauma vissuto da chi ha perso tutto. Siamo pronti per portare la “Solidarietà italiana nel mondo” anche qui a Buča e Irpin e garantire assistenza umanitaria per rispondere con urgenza ai bisogni di protezione di bambini, donne, anziani e persone fragili” dichiara la fondazione italiana.

Durante la missione in Ucraina Fondazione Cesvi ha anche incontrato il generale Olexander Pavliuk Head of Kyiv Regional Military Administration e Oleksii Kuleba capo delle attività umanitarie.

Fondazione Cesvi è un’organizzazione umanitaria italiana laica e indipendente, nata a Bergamo nel 1985. Presente in 23 Paesi, Cesvi opera in tutto il mondo per trasformare l’intervento umanitario in una occasione per costruire progetti di lungo periodo in grado di promuovere l’autosviluppo e il protagonismo dei beneficiari. Cesvi, lavora per garantire la sicurezza alimentare, promuove lo sviluppo sostenibile e agisce per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. Nel mondo protegge i bambini più vulnerabili attraverso le Case del Sorriso e in Italia è impegnata per la prevenzione e il contrasto del maltrattamento infantile e nell’integrazione di minori stranieri non accompagnati.  Realizza campagne di sensibilizzazione per incoraggiare tutti a diventare cittadini attivi e responsabili. Nel 2020, Cesvi ha aiutato più di 1,7 milioni di persone, investendo il 92% delle proprie risorse sul campo. Premiata tre volte con l’Oscar di Bilancio per la trasparenza, Cesvi è parte del network europeo Alliance2015. Per info: www.cesvi.org

GLI INTERVENTI DI CESVI NELL’EMERGENZA UCRAINA

Cesvi* è intervenuta dai primi giorni dello scoppio del conflitto con interventi che hanno permesso di

  • consegnare oltre 5.300 pallet via treno e 64 camion per un totale di circa 2.000 tonnellate di aiuti umanitari (cibo in scatola, acqua, medicine, kit igienici, prodotti e alimenti per bambini, materassi, sacchi a pelo, generatori di corrente e powerbank per cellulari) via Leopoli per le città di Kyiv e altre città nel Sud e nell’Est del Paese: Charkiv, Donets’k, Luhans’k, Dnipro, Zaporizhzhia e Svjatohirs’k.
  • consegnare a decine di centri collettivi di accoglienza nell’oblast di Leopoli più di 700 materassi, lenzuola, coperte, cuscini e asciugamani, oltre a 100 kit per la cucina e bollitori. In questo momento l’ intervento si concentra sul sostegno economico agli sfollati e alle famiglie che li ospitano, con particolare attenzione alle famiglie più vulnerabili – con un solo genitore, con bambini piccoli e persone con disabilità. Questo permetterà ai beneficiari di avere la disponibilità economica per poter ritrovare un po’ di normalità in una casa e recuperare la propria dignità e privacy.
  • Nei centri di accoglienza collettivi, oltre alla consegna di beni Cesvi sta offrendo Servizi di informazione per gli sfollati rispetto ai propri diritti, agli spostamenti, alle opportunità di accoglienza e di altri servizi; pasti caldi sia all’interno dei centri collettivi sia nelle stazioni ferroviarie e degli autobus
  • Assistenza al confine: l’ong è presente insieme ai nostri partner ai principali valichi di frontiera verso l’Europa. Sono state costruite tende riscaldate, attrezzate con materassi e sacchi a pelo per permettere alle donne, ai bambini e agli anziani in viaggio da giorni e stremati di poter recuperare le forze; sono stati realizzati servizi igienici di base e distribuiti prodotti per l’igiene personale e specifici per i bambini.
  • In fase di creazione strutture di accoglienza e supporto agli sfollati interni e alla popolazione di Vinnytsia, Kropyvnyts’kyi, Chernivs’k e Ternopil’, oltre che alle persone vulnerabili nelle aree di conflitto di Dnipro e Zaporizhzhia, che non sono riuscite a scappare. Particolare attenzione viene rivolta ai bambini presenti in queste aree con la distribuzione di kit igienici, alimenti altamente nutritivi e programmi di sostegno psicosociale per il superamento dei disturbi da stress post traumatico.
  • In Romania insieme a  Sos Bambini Romania, nel centro Piccolo Principe di Sighet l’ong risponde ai bisogni di protezione di mamme e bambini fornendo servizi informativi, informazioni sulla sicurezza e i rischi durante gli spostamenti, un’area giochi per i bambini e un’area dedicata alle madri e ai bambini/neonati, attività ricreative, sportive e psicosociali per i bambini (secondo i gruppi di età), primo soccorso psicosociale per adulti, connessione Wi-Fi per rimanere in contatto con parenti e amici in Ucraina o nei Paesi vicini.
  • Sempre in Romania, nelle città di Tulcea, Isaccea e Galati, dove scarseggiano i servizi di assistenza e accoglienza, sta per essere avviato un progetto che assiste circa 12.500 persone, soprattutto bambini. Il progetto si concentra su 6 «fermate», dove i rifugiati transitano una volta entrati nel Paese. A Isaccea, gli artisti del circo solidale organizzano attività di prima accoglienza, spettacoli e laboratori di arte-terapia per i più piccoli. Inoltre, verranno serviti pasti caldi e bevande. A Tulcea e Galati, nei centri di accoglienza vengono organizzati servizi ludico-ricreativi, di educazione e di supporto psicologico, oltre alla distribuzione di pasti caldi.
  • In Ungheria, a Zahony, è stato creato il primo Entry Point Hub per accogliere i rifugiati appena arrivati con il treno. Cesvi in collaborazione con la municipalità ha allestito una tensostruttura di 200 mq con riscaldamento, sedie, tavoli, stazioni per la ricarica dei telefoni, schermi per le informazioni in lingua ucraina, servizio di orientamento sul proprio status e i propri diritti, una cucina in grado di fornire fino a 10.000 pasti caldi al giorno, servizi per l’accoglienza notturna. L’hub ha una capacità di accoglienza di 10.000 persone al giorno ed è in previsione la creazione di un asilo per bambini. La struttura è dotata di un Temporary Kindergarten, uno spazio adibito a scuola dell’infanzia e scuola primaria per un bacino medio giornaliero di 100 bambini.
  • In Polonia si sta per avviare un progetto di accoglienza per 100 mamme e bambini in fuga dalla guerra che saranno accolte per un periodo di 3 mesi presso una struttura alberghiera del centro di Lublino, terza città del Paese. Riceveranno vitto (3 pasti al giorno, con anche alimenti specifici per i bambini), alloggio, trasporti e servizi di orientamento per aiutarli a ripianificare la propria vita.

*direttamente e/o tramite i partner di Alliance2015

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