Firenze: Il ritorno dei Nomadi, tra mugugni e sorrisi

Un Saschall gremito in ogni ordine di posto accoglie caldamente l’arrivo dei Nomadi a Firenze.
Il gruppo emiliano, capitanato dal gran visir Beppe Carletti, ha oramai dopo più di quarant’anni di musica alle spalle, un bel nutrito gruppo di fans in tutto lo stivale, anche se va detto che da sempre, Firenze è affetta dal cosiddetto “nomadismo”.
Anche negli anni più duri della band, ovvero verso la metà degli anni ’80, il capoluogo toscano regalava locali pieni e tutto esaurito ai nostri.
Lo show di ieri è iniziato  alle 21 e 15 ed allo spegnersi delle luci in sala l’atmosfera era già calda.
Il chitarrista Chico Falzone e soprattutto il cantante Danilo Sacco, sono ormai i beniamini del loro pubblico ed il loro interagire è un siparietto tra risate e battute.
I Nomadi sono un gruppo perennemente in tour e ieri sera sono venuti anche per accompagnare l’uscita del loro ultimo album RACCONTIRACCOLTI, che per fortuna o purtroppo, è un album di cover di altri artisti italiani, tra i quali Zucchero, Venditti, Ranieri, Ligabue. Perchè dico purtroppo, perchè il pubblico viene per ascoltare canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana e sicuramente queste cover tolgono spazio a brani della quarantennale discografia nomade, che la gente vorrebbe ascoltare. Comunque, tra le cover spiccano sulle altre Stranamore di Vecchioni, Vent’anni di Ranieri. Per il resto normale routine… anzi forse no, purtroppo la band ha abituato il proprio pubblico, a concerti molto lunghi a volte superando anche le due ore e mezza, ma stavolta lo show nel concreto è durato meno, se si eliminano 15 minuti d’intervallo e venti minuti persi a leggere biglietti, striscioni ed ad aprire regali si arriva a 90 minutini …
Nel contesto, i nostri sono in forma, Danilo Sacco soprattutto dopo le preoccupazioni dello scorso tour, quando venne ricoverato per un infarto ( da segnalare come gli siano notevolmente cresciuti i capelli…). In primo piano metterei anche Reggioli che con i suoi violini dà un tocco di eleganza in più allo show semplice, ma sempre molto caldo, molto belli i duetti tastiere- violini del visir Carletti con Sergio.
Il pubblico: caldo ma alla fine è rimasto un po’ deluso per via delle note riportate precedentemente (cover, durata, ) anche se le facce erano felici però qualche mugugno si sentiva, anche se alla fine trasparivano i sorrisi, perchè dobbiamo ricordarci che pochi gruppi italiani hanno la possibilità di chiudere i loro spettacoli con uno splendido capolavoro come IO VAGABONDO.
Roberto Bruno
collaboratore – ilmiogiornale@infinito.it

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