FERROVIE DELLO STATO SOTTO LA LENTE…

Il viaggio in treno tra ricordi e innovazioni, proporzionalmente meglio ieri di oggi

di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)

Oggi è sempre più difficile convivere, più o meno civilmente, e non solo in qualunque contesto sociale e/o famigliare, ma anche viaggiando… Personalmente ritengo che viaggiare in treno sia più appagante rispetto ad ogni altro mezzo, in quanto rappresenta un certo “fascino” (una sorta di coinvolgimento sentimentale) per le infinite opportunità di conoscere persone e relazionare, oltre naturalmente alla possibilità di spostarsi da un luogo all’altro e nel contempo poter leggere, scrivere o più semplicemente lasciarsi andare in pensieri e magari… profonde riflessioni. Ma in questi ultimi anni tale ambita atmosfera (“ferroviaria italiana”) si è andata modificando, per tutta una serie di motivi che vado ad elencare. A parte i classici ritardi e/o interruzioni per scioperi, rimostranze del personale o guasti alla motrice o alla linea elettrica, cominciamo dall’analizzare le carrozze ospitanti i viaggiatori che in parte sono deturpate con graffiti e scarabocchi vari, macchie e sporcizia, sia all’esterno che all’interno dell’abitacolo, pur considerando il servizio quotidiano di pulizia preposto; ma ciò che più sconcerta è la consistente presenza di pubblico in parte equivoco (italiani e stranieri), che talvolta assumono un atteggiamento di invadenza nei confronti di altri viaggiatori; altri ancora infastidiscono parlando a voce alta soprattutto con il proprio cellulare, altri ancora, quando il treno è ancora fermo alla stazione di partenza, vi salgono e facendo capire di essere sordo-muti distribuiscono ai passeggeri già accomodati un bigliettino (prestampato), con l’invito ad impietosirsi e a versare un piccolo obolo quando ritornano poco dopo per riprendersi quel bigliettino, in caso di rifiuto dell’offerta lascio immaginare la loro reazione. La strafottenza di taluni passeggeri (di ultima generazione) è tale da occupare più di un sedile oltre al proprio e, manco a dirlo, con i piedi sugli stessi. In questi ultimi tempi è venuta meno la sicurezza dei passeggeri (specie se femminili) a bordo per via delle aggressioni cui sono soggetti, per non parlare del fatto che quegli aggressori non hanno certamente pagato il biglietto in quanto non hanno nulla da perdere… Per quanto riguarda il personale in servizio in alcuni casi non è in divisa, e non sempre effettua il passaggio per verificare la validità del documento di viaggio di ogni passeggero, ossia del biglietto. E che dire delle tariffe? Spesso si ha a che fare con l’aumento dei costi di gestione, e di conseguenza la società è “costretta” ad aumentare il prezzo dei biglietti e/o abbonamenti, decisioni che vanno a penalizzare soprattutto i pendolari, costretti a volte a fruire dei trasporti alternativi su strada quando quello ferroviario si interrompe per qualsiasi motivo.

Tutte queste ragioni, non accadevano quando le Ferrovie Statali erano “meno moderne”, certamente più scomode e più lente, e personalmente posso testimoniarlo avendo viaggiato anche in quell’epoca; era più appagante, si era tutti più civili (e paganti), ogni viaggiatore amava conversare con il vicino e non di rado si aiutava chi aveva bisogno di posizionare i propri bagagli… perché troppo pesanti. Oggi, invece, viaggiare è più caotico, meno sicuro e più costoso, ed è pure finita l’era del viaggiare con passione e sentimento, in assenza di quel po’ di romanticismo sia pur “disturbato” dal fischio del treno in partenza e in arrivo, dallo stridio della frenata, ma alimentato da quel  modo di intendere e fruire il viaggio su rotaie italiane che, per molti anni, è bene ricordare, è stato fatto anche da molti immigrati dal sud a nord nella speranza di un futuro migliore, grazie alle FF.SS che a quei tempi erano più degne di essere chiamate tali.

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