EVOLUZIONE DI UNA SOCIETÀ IMPOSTATA SU VALORI EFFIMERI E POCO CONSISTENTI…

Apparenze e materialismi condizionano sempre più l’esistenza umana, che non si avvede del proprio declino.

di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)

È inutile girarci attorno: se si vuole essere ricevuti dalle Istituzioni apicali bisogna appartenere ad una società sportiva, se si vuole essere ricevuti dal Clero ai massimi vertici altrettanto. Scendendo più in basso, se si vuole diventare qualcuno tra i viventi bisogna saper fare due smorfie o emettere qualche vocalizzo stonato (e magari anche volgare), tanto in televisione quanto su qualunque social, il successo è quai garantito. In quest’ultimo caso pur non avendo né arte e né parte paradossalmente si diventa qualcuno, e se si vuol tentare la fortuna per incamerare qualche soldo è sufficiente farsi scritturare per esibirsi scimmiottando in qualche format, o addirittura far parte di qualche spot pubblicitario (dalle performance talvolta discutibili…). Esempi come questi se ne possono fare a decine ma l’attenzione verso tutto ciò che è più razionale si allontana sempre di più, a mio avviso soprattutto per l’estrema disponibiità del progresso e dei mass media (vari social e televisione) alla ricerca di nuovi talenti (magari a poco prezzo) da far esibire nell’arena della voluttà. Nel frattempo assistiamo ad una società in gran parte dai discutibili valori morali, per non parlare di fatti e misfatti quotidiani se si considerano i molti reati contro la persona e il patrimono che vengono compiuti quotidianamente, sia per mano di soggetti adulti che di minori. E lo Stato cosa fa? Per quanto si agisca con la repressione il fenomeno tende ad aumentare comunque, e qui la prevenzione avrebbe un ruolo più o meno determinante ma nella realtà è molto poco sufficiente… Da diversi anni osservo e “analizzo” questi effetti deleteri e, per quanto mi documenti, non ho ancora letto di qualche voce autorevole che spieghi cosa ha originato questo fenomeno. Da qualche decennio, infatti, abbiamo a che fare con quotidiani episodi che ledono la nostra incolumità, i cui dati stanno incrementando le statistiche: morti per violenza, per infortunio sul lavoro, per incidenti stradali, per malattie e sommando queste voci (incluso il tasso di denatalità contro la sopravvivenza) è impossibile ipotizzare un ricambio generazionale in pochi anni. Non credo sia necessario essere degli statistici o dei demografi per ipotizzare dove andremo a finire, ancor meno essere dei politici se non si hanno le opportune competenze e determinazione, al fine di poter garantire un futuro migliore al Paese. Questi ultimi, per voce di chi li rappresenta, condividono riconoscimenti ed elargizioni a quanti si sono espressi con una buona azione; ma a tutti questi premiati non si spiega, ad esempio, che l’Italia ha superato sì anni peggiori prima della Repubblica, ma non che in seguito (anno dopo anno) un nefasto nemico ne ha minato la salute e la serenità: la mitica burocrazia. Questo termine, che i nostri avi forse nemmeno conoscevano, sta dominando una nazione e non conosco alcun paladino per farvi fronte, come se si dovesse affrontare la peste. E in effetti di peste si tratta tant’é che pronunciare la parola”burocrazia” è come se si rischiasse di infettarsi: quindi non si può ipotizzare un Garibaldi (o chi come lui) con le pacifiche armi del buon senso e della giustizia. Sono giunto ad avere la convinzione che se dovessimo vivere come ai tempi della Inquisizione, molti andrebbero al rogo per il solo fatto di pronunciare quella parola: “burocrazia!”. Eppure, basterebbe essere obiettivi e razionali, ancorché più trasparenti e maggiormente aperti al dialogo… ma con meno gerarchie sia pur nel rispetto dei rispettivi ruoli istituzionali.

Per quanto vado affermando paradossalmente non mi farà incontrare condivisioni, sia pur il mio esprimere e constatare abbia basi democratiche, e da ciò posso dedurre che a parte le persone particolarmente abbienti (una considerevole minoranza), tutti gli altri non possono che recitare il “mea culpa” in quanto generalmente preferiscono vivere con un problema che non riescono a risolvere, piuttosto che accettare una soluzione che non riescono a comprendere. Quindi perché lamentarsi di fronte ad una (sia pur minima) difficoltà burocratica piuttosto che affrontarla e ottenere il rispetto di un proprio diritto proprio attraverso un dialogo costruttivo? Purtroppo molte persone sono inermi e si accontentano di qualche esempio di buonismo riconosciuto dalle Istituzioni, ed ancor peggio alla costante ricerca di distrazioni ludiche, e far parte della schiera di fan arricchendo notorietà e benessere dei loro beniamini; e va anche detto che suscitare ilarità con ironia, per quanto pungente, non riuscirà a “decapitare” il malessere della nazione, ovvero, la burocrazia. Tutto ciò è molto triste, mi si perdoni l’eufemismo, e quel che è peggio per le ultimissime e future generazioni si prospetta un futuro per nulla rassicurante, appesantito dal fatto che saranno “condizionate”, se non anche dominate, dai cosiddetti robot-umanoidi ovviamente privi di sentimenti relazionali che sono all’origine della nostra naturale esistenza. Vorrei concludere prendendo a prestito alcune affermazioni de noto psichiatra e prolifico divulgatore Vittorino Andreoli, tratte dal sito Reti di Giustizia, del 3 aprile 2022. «… In questo momento storico in cui domina l’assurdo, noi siamo l’homo stupidus stupidus stupidus… tutti pensano a se stessi. Nessuno pensa che siamo un Paese. E questa è la stupidità. Se oggi uno non è stupidus in questa società non può vivere… La stupidità si concentra nel potere. Il potere oggi è per definizione stupido. Io uso il potere come verbo: posso, quindi faccio. E faccio perché posso. Il potere è l’aspetto più chiaro della stupidità». Tanto per precisare, cosa si intende per persona stupida? È colui che non utilizza, o non può utilizzare al meglio la propria intelligenza. E qui non andrei oltre!

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