Elezioni europee viste dalle Americhe

In questo editoriale di Giuseppe Arnò sulle recenti elezioni europee c’è tutto l’obiettivo disincanto di chi, pur essendo italiano, vive altrove, in quelle Americhe che videro i nostri avi partire in cerca di fortuna per offrire a loro stessi e ai propri figli una vita migliore. Di quella gente emigrata in quelle terre lontane nessuno dimenticò le proprie origini, il proprio paese: l’Italia. E oggi nell’editoriale di Arnò ritroviamo l’orgoglio di essere italiani proiettati in Europa, sì con i nostri limiti indiscussi ma anche, grazie alla creatività e al lavoro degli italiani, con le nostre eccellenze che fanno grande il nostro Paese. Non dimentichiamolo mai. (F.L.)

di Giuseppe Arnò

Già in difficoltà, l’asse franco-tedesco adesso traballa fortemente: les jeux sont fait per monsieur Macron con l’ascesa alla ribalta elettorale del giovane Jordan Bardella e il Bundeskanzler Scholz esce dal voto elettorale ancora più indebolito di quanto pensavamo che fosse. E per dirla con Lucio Battisti (Pensieri e Parole n.d.r.), per entrambi… nuovi giorni e nuove notti si avvicenderanno.

L’Europa, secondo l’orientamento di tendenza, si sposta sempre più a destra: sono ormai i personaggi a prevalere sui partiti politici in sé; e i vecchi equilibri scricchiolano inesorabilmente. Se le nostre considerazioni sono esatte, una nuova Europa si potrebbe presentare all’orizzonte e forse, anche se non sarà così facile, sarebbe la volta buona per mettere ordine in casa, la casa comune di noialtri europei, asfissiati dal «politicamente corretto», dal «patto verde» e da carrettate di fantasticherie brusselliane.

In altri termini, parafrasando un aforismo di Max Weber, si vivrà finalmente «per» la politica oppure si continuerà a vivere «della» politica? Il futuro ce lo dirà!

Un G7 benedetto dal Papa

Il recente G7, presieduto dall’Italia in persona del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la vincitrice assoluta delle recenti elezioni, è stato solo l’inizio del nuovo giro di incontri politici al massimo livello, che dovrebbero portare a definire, speriamo, un migliore assetto dell’equipaggio e dello skipper della barca Europa.

Borgo Egnazia, sede della riunione e definito come il resort più bello del mondo, non solo ha proiettato, concordemente con quanto asserito da Albano Carrisi, il territorio pugliese oltre i confini europei, ma è stato certamente all’altezza della situazione. Infatti, il sito da favola e le eccellenze culinarie hanno dicerto realizzato la magia di un week end da sogno. Auguriamoci, però, che le decisioni che sono state prese colà non rimangano nel mondo dei sogni; sarebbe un errore imperdonabile con i tempi che corrono.

E poi, e poi, non bisogna dimenticare che in detta occasione la presenza del Papa (è la prima volta che un pontefice partecipa a una riunione del G7 e per ciò questa è stata un avvenimento storico), applauditissima da tutti i capi di Stato, e il di lui consiglio di leggere il romanzo «Il Padrone del mondo» di Robert Hugh Benson (tratta di un potere mondano che seduce il mondo e si erge al posto di Dio) potrebbero essere stati fonte di riflessione e d’ispirazione per i poderosi astanti.

E chissà infine che la luce divina, probabilmente invocata dal nostro amato Pontefice, quella che ci nutre di speranza nei momenti difficili indicandoci la strada di un nuovo inizio, non abbia illuminato i cuori, ma soprattutto le menti dei potentati, padroni dei destini umani?

«O si pensa o si crede» afferma Arthur Schopenhauer; in questo caso vogliamo pur credere all’amore divino (Deus caritas est) nei confronti di noialtri peccatori.

Casa nostra 

Spostando l’attenzione adesso verso casa nostra, per quanto riguarda la politica nazionale dopo le elezioni europee, c’è poco da commentare: il governo ne esce significativamente rafforzato e si delinea un bipolarismo con all’opposizione la Sinistra, ringalluzzita per i buoni risultati.

Le débâcles del Movimento 5 stelle, dei centristi liberali e degli altri piccoli partiti confermano quanto sopra. Di sensazionale, per un verso o per altro, abbiamo assistito alla valanga di voti presi dal generale Vannacci e all’elezione ad europarlamentare di Ilaria Salis.

Insomma, oltre a ciò, nel momento in cui scriviamo, si vive il solito tran tran interrotto dai commenti sul disastro del nostro calcio a Euro 2024; dalle discussioni sulla promulgazione da parte del presidente Mattarella della legge quadro sull’Autonomia differenziata e, guarda un po’, anche dallo stancante gossipare sul presunto nuovo fidanzato di Chiara Ferragni.

Ma lasciamo per la prossima edizione l’analisi geopolitica e le considerazioni sui possibili scenari che potrebbero presentarsi nel nuovo Parlamento europeo; avremo più elementi concreti a disposizione, anche se per l’Italia sarà difficile ottenere una vicepresidenza con un portafoglio che sia di peso, dal momento che i poltronari di Bruxelles non sembrano disposti a mollare l’osso e a rammentarsi che il telos (fine) delle leggi è la condotta al bene comune (Tommaso – Somma teologica) e non agli specifici interessi… partitici.

Italia gourmet

Adesso giriamo pagina e privilegiamo piuttosto il discorso sulla culinaria d’eccellenza, quella che tutto il mondo ci invidia.

A dicembre 2025 un comitato intergovernativo deciderà sulla candidatura Unesco della cucina italiana. Stiamo per affiancarci a Francia, Messico, Giappone Corea, che hanno già avuto il prestigioso riconoscimento della loro cucina. Ora tocca a noi! Del resto, oltre alla universalmente riconosciuta bontà delle nostre portate, v’è da segnalare che nel 2023, secondo Deloitte, con un giro d’affari di circa 42 miliardi, i ristoranti italiani si posizionano in testa alla classifica europea per fatturato.

Il modenese Massimo Bottura, gastronomo e imprenditore italiano, chef tre stelle Michelin e prescelto a cucinare per i grandi della Terra al G7, ha sottolineato che il nostro è «un Paese che vive di poesia e quello che facciamo, lo facciamo con passione […]». Una passione, diremmo, che trasmette emotività attraverso la gustosità delle creazioni gastronomiche, che al G7 hanno avuto l’opportunità di provocare un indimenticabile orgasmo culinario ai capi di Stato di mezzo mondo.

E, diciamocelo pure, l’Italia, con oltre cinquemila eccellenze agroalimentari censiti dal Ministero dell’Agricoltura, è il Paese con la più alta densità di eccellenze eno-gastronomiche del pianeta. Peccato che, la prima sera a Borgo Egnazia, Biden abbia saltato la cena a causa della stanchezza; non sa cosa si è perso… ma avrà avuto certamente modo di recuperare nei giorni successivi.

L’ultimo pranzo

Dopo la kermesse gastronomica dei primi due giorni, il summit si è concluso con un servizio a buffet. Bene, sotto il profilo semantico il termine buffet parrebbe diminutivo se comparato con «pranzo ufficiale» o con «cena di gala», ma non lo è stato nel nostro caso vuoi per la prelibatezza dei piatti vuoi per l’eccellenza dei vini serviti; i migliori in assoluto.

Riflessione

Alla fine, in questo mondo bizzarro, impecorito e infelice, vada come vada la «spartizione dei pani» sugli incarichi più importanti nel consesso europeo, ma una questione rimane assodata: per una cosa o per altra in molti continueranno a parlare a lungo del G7 in Puglia; se non tanto per i risultati politici ottenuti, di sicuro per il fatto di essere stati gradevolmente stregati dai luoghi magici, dalla nostra cucina e dalle nostre squisitezze. È già un successo, no? Federico Fellini non a caso affermava: «La vita è una combinazione di pasta e magia”. Tant’è!

Tutte l’opinioni presenti nel sito, corrispondono solo a chi la manifesta. Non sono necessariamente l’opinione  della redazione.

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