È Lecito Confidare Nella Gestione Politica Di un Paese, più Discutibile Credere nelle Capacità di Chi Deve Governarlo

Montecitorio

Troppe voci che si sovrappongono non concludono mai… o quasi.

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

Per qualunque fazione politica destinata a condurre il Paese viene da porsi l’immancabile domanda: i suoi esponenti sapranno governare? E con quali garanzie? Al bando il processo alle intenzioni, non si tratta di indovinare ma di valutare se i lor Signori designati che, con tanta foga hanno promesso a destra e a manca, abbiano tutte le credenziali morali e materiali (competenze) per decidere di volta in volta quali settori privilegiare per risanare le sorti del Paese, e le esigenze sono molte tanto di estrema importanza quanto urgenti. Ma quando sul ponte di comando sono in troppi a voler condurre il veliero, va da sé che si perde di vista l’obiettività incrementando i problemi senza addivenire ad una soluzione. Questa sorta di congerie politica non fa altro che disorientare ulteriormente la popolazione, e forse non è un caso che meno del 70% abbia esercitato il diritto di voto; il restante circa 30% include gli indecisi, gli scontenti, gli sfiduciati, gli apatici, etc. Da sempre si ritiene che in ogni ambito chi si candida e viene eletto per dirigere una realtà, sia essa professionale, politica o sociale, dovrebbe dimostrare di essere all’altezza del compito cui verrà designato, e per questo esibire ogni prova possibile che ne costituisca il reale e attendibile curriculum. Ma purtroppo, da qualche decennio a questa parte, il nostro per molti versi non può che definirsi il Paese dei balocchi, dove tutto è lecito e illecito, tutto si dice e si fa, tutto non si dice e non si fa e, come se non bastasse, si continua a mantenere il perno della burocrazia come fosse un “utile” ingranaggio per far funzionare il motore Italia; mentre in realtà quel perno non fa che ingrippare ulteriormente il meccanismo della Nazione, ed è per questa principale ragione, a mio avviso, che mai si risolleveranno le sorti del Paese. Per assurdo tutti lamentano l’esistenza della burocrazia e i danni che essa causa ai cittadini, ma nessuno si erge a “paladino” per affrontarla in modo serio e determinato, a parte qualche eccezione che consiste in pubblicazioni editoriali… che lasciano il tempo che trovano. Il mio instancabile disquisire sulla assurda congerie politica incrementata da arrivisti e faccendieri, come il continuo contestare la deleteria burocrazia, appunto, rientra nelle mie convinzioni di attento osservatore dei più elementari problemi sociali quotidiani di tutti noi, che solo una minima parte dei quali il volontario “generoso” tenta di superare intervenendo a tutela e sostegno di qualche concittadino in difficoltà. Dal canto mio, ormai da ben oltre sei lustri, sono dedito a spiegare come poter affrontare la burocrazia, quanto meno quella che si manifesta a livello locale, e ciò con esempi pratici che consistono nel valutare il problema rilevato, analizzarlo, interpretarlo e perseguirlo sempre per iscritto. Ma purtroppo trovo indifferenza nella maggior parte delle persone che non intendono affrontare l’argomento in quanto rassegnate…! Rammento, come sempre, che i problemi burocratici in Italia non si risolvono mai a parole ma solo mettendo agli atti quanto deve essere rilevato e protocollato dalla Pubblica Amministrazione fucina, appunto, della burocrazia! Da un bel po’ siano entrati nel XXI secolo, ma a tutt’oggi non si è messo a frutto le esperienze del passato, e nemmeno si fa tesoro di chi (noto o meno) con saggezza ha saputo superare determinati ostacoli… burocratici, sia pur di modesta entità. Ancora una volta mi permetto di dissentire sul vezzo di molti che, per lamentare un loro problema con le Istituzioni, ricorrono informando i mass media i quali ne danno notizia ma non sono i detentori della soluzione… sia pur con qualche eccezione. E come se non bastasse costoro fanno sempre riferimento alla Costituzione la quale, va ricordato, enuncia democratici e lodevoli princìpi, come del resto anche determinate leggi, ma la cui osservanza degli uni e delle altre è tutt’altra cosa. A questo riguardo richiamando il passo iniziale, mi sovviene una acuta osservazione: «La Costituzione democratica è un mezzo per impedire che singoli governanti cedano alle tentazioni, oltremodo pericolose, che nascono quando troppo potere si concentra in troppe mani».

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