DOPO SESSANT’ANNI SI RIPROPONE IL PROBLEMA DELLA PACE IN EUROPA E NEL MONDO

Ancora una volta i potenti e cocciuti despoti, danno prova di quanto poco valga per loro la vita umana, in contrapposizione ad altri (non meno potenti) del valore imprescindibile della stessa. Sarebbe bene che tutti rispolverassero alcune pagine di Storia soffermandosi sulla saggia preoccupazione che fu propria di Albert Schweitzer.

di Ernesto Bodini (giornalista e biografo)

L’Umanità perde il pelo ma non il vizio, sarebbe il caso di dire, riferendomi in particolare alla sempre più consistente presenza di armamenti nucleari da parte delle maggiori potenze del mondo. Ma soprattutto, in questo particolare momento, in cui Russia e  Ucraina sono al centro di azioni e decisioni politico-belliche tenendo il mondo con il fiato sospeso; oltre ad altri Paesi (non meno influenti), direttamente o meno coinvolti… Richiamando un antefatto storico, va ricordato che per 13 giorni, dal 16 al 28 ottobre del 1962, il mondo si trovava sull’orlo dell’abisso nucleare, in quanto gli U-2 (aerei statunitensi da ricognizione ad alta quota equipaggiati con strumentazioni video e fotocamere, fabbricati dalla Lockheed, n.d.r.) scoprirono che i sovietici stavano installando basi missilistiche a Cuba e, a questo riguardo, il presidente USA, John Fitzgerald Kennedy (1917-1963), parlò alla nazione di “minacce alla pace”, proprio perché il mondo non era mai stato tanto vicino a un conflitto atomico. In merito alla situazione attuale il presidente USA, Joe Biden (1942), il 7 ottobre scorso ha evocato il rischio di un “Armageddon nucleare” (scontro catastrofico), evocando proprio la crisi dei missili di Cuba. E a preoccupare proprio il presidente Biden è ciò che avviene sui fronti ucraini, dove l’Armata di Mosca arretra da settimane. Di tutto questo e altro ci stanno aggiornando i vari mass media, ma nessuno di loro ha pensato di rammentare, quale “esempio”, che nella primavera del 1962, quando scoppiò la “crisi dei Caraibi”, Albert Schweitzer (1875-1965), già insignito del premio Nobel per la Pace inviò una lettera al presidente americano Kennedy, invitandolo a una saggia ed equilibrata decisione, a evitare in quel caso la corsa agli armamenti, scongiurando così il pericolo di inimmaginabile conflitto atomico. Oggi, a ben guardare e a maggiormente riflettere, per effetto della insana evoluzione mentale di un personaggio e suoi accoliti, non si è forse molto distanti dal rischio che si è corso sessant’anni fa. Quindi, a mio avviso, credo che sia utile a tutti i “destinatari interessati”, rievocare la corrispondenza (attualizzandola) che il dott. Schweitzer il 20 aprile 1962, dall’Africa, inviò al presidente americano, e che qui ripropongo fedelmente (dalla fonte A. Schweitzer, Leben, Werk und Denken cit., pp. 310-311), e che a mio modesto avviso sarebbe utile considerare, almeno moralmente…

«Egregio Signor Presidente Kennedy, abbia la cortesia di perdonare un anziano uomo, quale io sono, che si è preso la libertà di scriverLe riguardo agli esperimenti nucleari che gli Stati Uniti hanno intenzione di compiere, in comune accordo con la Gran Bretagna, nel caso in cui la Russia non accetti la condizione posta dall’America di istituire una Commissione internazionale di controllo che vigili sulla sospensione di qualsiasi esperimento. Mi sento in dovere di scriverLe in merito, col coraggio di chi da tanto tempo si preoccupa delle armi atomiche e del problema della pace. Credo di poterLe assicurare che, date le più recenti scoperte scientifiche, ogni esperimento nucleare effettuato dai sovietici sarebbe rilevato dagli strumenti altamente sofisticati di cui dispone il Suo paese per la propria difesa. Dalla mia posizione di assoluta neutralità mi permetto anche di far notare che non sono del tutto convinto che sia giuridicamente fondata la pretesa di uno Stato di imporre a un altro, sul suo territorio, la presenza di una Commissione internazionale di controllo. Questo diritto può sussistere  solo dopo che gli Stati Uniti hanno stipulato un accordo di disarmo. In quel caso si determinerebbe una nuova situazione che pone fine alla guerra fredda dando a ogni Stato il diritto di sapere, attraverso reciproche misure di controllo garantite internazionalmente, se il partner rispetta i propri obblighi di disarmo conformemente all’accordo. Questo stesso controllo internazionale verificherebbe anche che nessun altro esperimento venga realizzato. Il mondo ha un assoluto bisogno che le potenze nucleari concludano, quanto prima, un accordo di disarmo sotto un efficace controllo internazionale. La possibilità di negoziare un simile accordo non dovrebbe essere messa in discussione da esigenze non strettamente vincolanti circa il controllo internazionale atto a verificare la fine degli esperimenti. Solo quando gli Stati converranno sulla necessità di non continuare più questi esperimenti, allora le negoziazioni sul disarmo e sulla pace potranno svolgersi con buone probabilità di successo. Ma se questo non è raggiunto ora, il mondo intero si troverà in una situazione disperata e pericolosa. La prego, rifletta se vuole assumersi la responsabilità di porre condizioni non assolutamente necessarie per la cessazione degli esperimenti atomici, o se questa terribile responsabilità non La spingerà piuttosto a far sì che questi esperimenti appartengano al passato e che positive negoziazioni di disarmo e di pace possano finalmente avere luogo».

Il presidente Kennedy, nella risposta all’anziano medico-missionario, ammise di avere a lungo, anche grazie alle sue parole, riflettuto sulle conseguenze di una drastica risoluzione militare, esprimendo la propria stima nei confronti di Schweitzer, definendolo «una delle personalità morali di maggior rilievo del nostro secolo». E come è noto, Kennedy decise di non attaccare i russi, non volendo dimostare (secondo alcuni) la propria superiorità al mondo, ed altrettanto dovrebbe fare Vladimir Putin ponendo fine a questa assurda politica infarcita di acredine, onnipotenza e dispotismo. Questo signore, che è una eccezione definirlo tale, probabilmente conosce l’etimo della parola pace, ma della sua concreta essenza e valore non ne tiene conto… forse perché il valore di tale concetto per lui non è internazionale e tanto meno mondiale (sic!), così pure da parte di alcuni fedelissimi ai regimi totalitari assumendo un ruolo che non è il loro… Anche se l’umanità ha sempre conosciuto e subìto le più assurde aberrazioni e nefandezze da parte degli stessi componenti, non è mai troppo tardi pensare che la pace tra i popoli è un dovere da onorare proprio perché esiste l’Uomo voluto da Dio, e molti filosofi e filantropi si sono spesi in sua difesa: persino taluni animali comprendono tale valore manifestandoci il loro affetto incondizionato. Ma evidentemente, Putin ed altri, non hanno nemmeno questa non minore sensibilità!

AFTER SIXTY YEARS THE PROBLEM ARISES BACK

OF PEACE IN EUROPE AND IN THE WORLD

Once again the powerful and stubborn despots prove how little it is worth to them

human life, as opposed to others (no less powerful) of the essential value of the same.

It would be good for everyone to dust off a few pages of history focusing on the wise concern that was proper to Albert Schweitzer

by Ernesto Bodini (journalist and biographer)

Humanity loses its fur but not its vice, it would be appropriate to say, referring in particular to the increasingly consistent presence of nuclear weapons by the major powers in the world. But above all, in this particular moment, in which Russia and Ukraine are at the center of political-war actions and decisions, keeping the world in suspense; in addition to other countries (no less influential), directly or not involved … Recalling a historical background, it should be remembered that for 13 days, from 16 to 28 October 1962, the world was on the brink of the nuclear abyss, as the U-2 (US high-altitude reconnaissance aircraft equipped with video and camera equipment, manufactured by Lockheed, ed.) Discovered that the Soviets were setting up missile bases in Cuba and, in this regard, the US president, John Fitzgerald Kennedy (1917- 1963), spoke to the nation of “threats to peace”, precisely because the world had never been so close to an atomic conflict. Regarding the current situation, the US president, Joe Biden (1942), on 7 October last mentioned the risk of a “nuclear Armageddon” (catastrophic clash), evoking the Cuban missile crisis. And to worry President Biden himself. this is what happens on the Ukrainian fronts, where the Moscow Army has been retreating for weeks. The various mass media are updating us about all this and more, but none of them thought to recall, as an “example”, that in the spring of 1962, when the “Caribbean crisis” broke out, Albert Schweitzer (1875-1965), already awarded the Nobel Peace Prize he sent a letter to the American President Kennedy, inviting him to a wise and balanced decision, to avoid in that case the arms race, thus avoiding the danger of unimaginable atomic conflict. Today, if we look closely and reflect more, due to the insane mental evolution of a character and his acolytes, we are perhaps not very far from the risk we took sixty years ago. So, in my opinion, I believe that it is useful to all the “interested recipients”, to recall the correspondence (actualizing it) that Dr. Schweitzer (in the photo) on 20 April 1962, from Africa, sent to the American president, and which I faithfully reproduce here (from the source A. Schweitzer, Leben, Werk und Denken cit., Pp. 310-311), and that in my modest advice it would be useful to consider, at least morally …

«Dear Mr. President Kennedy, have the courtesy to forgive an elderly man, such as I am, who has taken the liberty of writing to you about the nuclear tests which the United States intends to carry out, in agreement with Great Britain, in in the event that Russia does not accept the condition set by America to establish an International Control Commission to supervise the suspension of any experiment. I feel compelled to write to you about it, with the courage of those who have been concerned about nuclear weapons and the problem of peace for a long time. I believe I can assure you that, given the most recent scientific discoveries, any nuclear experiment carried out by the Soviets would be detected by the highly sophisticated instruments available to your country for its own defense. From my position of absolute neutrality, I also allow myself to point out that I am not entirely convinced that the claim of a State to impose on another, on its territory, the presence of an international Commission of control is legally founded. This right can only exist after the United States has entered into a disarmament agreement. In that case, a new situation would arise that puts an end to the Cold War by giving each state the right to know, through mutual control measures guaranteed internationally, if the partner complies with its disarmament obligations in accordance with the agreement. This same international control would also verify that no other experiments are carried out. The world badly needs the nuclear powers to conclude a disarmament agreement under effective international control as soon as possible. The possibility of negotiating such an agreement should not be called into question by non-strictly binding requirements regarding international control aimed at verifying the termination of the experiments. Only when the states agree on the need to stop these experiments, then the negotiations on disarmament and peace can take place with a good chance of success. But if this is not achieved now, the whole world will find itself in a desperate and dangerous situation. Please consider whether you want to take responsibility for setting conditions that are not absolutely necessary for the cessation of atomic experiments, or whether this terrible responsibility will not rather encourage you to make these experiments a thing of the past and that positive negotiations of disarmament and peace may finally take place».

President Kennedy, in response to the elderly doctor-missionary, admitted that he had long, thanks also to his words, reflected on the consequences of a drastic military resolution, expressing his esteem for Schweitzer, calling him “one of the moral personalities of major importance of our century “. And as is well known, Kennedy decided not to attack the Russians, not wanting to demonstrate (according to some) his superiority to the world, and so should Vladimir Putin by putting an end to this absurd policy full of bitterness, omnipotence and despotism. This gentleman, who is an exception to call him such, probably knows the etymology of the word peace, but he does not take into account its concrete essence and value … perhaps because the value of this concept for him is not international and much less global (sic! ), as well as by some loyal to totalitarian regimes assuming a role that is not theirs … Even if humanity has always known and suffered the most absurd aberrations and wickedness on the part of the same components, it is never too late to think that peace among peoples is a duty to be honored precisely because there is a man willed by God, and many philosophers and philanthropists have spent their time in his defense: even some animals understand this value by showing us their unconditional affection. But evidently, Putin and others don’t even have this no less sensitivity!

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