“Donne ordinariamente straordinarie”: Paola nel ricordo “speciale” di Giusy Chiello

Cari lettori, oggi vi proponiamo la toccante storia di una donna tanto straordinaria quanto bella di nome Paola (che potete anche ammirare nella foto). Si tratta di una testimonianza molto speciale perché ce la regala la nostra Giusy Chiello. Ovviamente il suo è un contributo fuori gara, ma è una storia che veramente tocca il cuore, per questo abbiamo voluto condividerla con voi.

“Donne ordinariamente straordinarie”, questo il titolo di questo concorso indetto dalla nostra redazione, per far conoscere donne “comuni” ma nello stesso tempo straordinarie.

Io anche se faccio parte della redazione non mi sono sentita di esimermi dal presentare la mia donna straordinaria perché merita di essere conosciuta.

Il suo nome era Paola: una donna nata due volte. Fino a 24 anni ha vissuto una vita “normale”, poi è nata un’altra Paola: quella forte, combattiva, innamorata dei suoi figli ma anche di se stessa, caparbia, ma soprattutto tanto tanto MAMMA.

Ebbene si, Paola era la mia mamma: una donna che a 24 anni ha perso la vista e che aveva perso ogni speranza di vita, che non credeva più nel futuro, che voleva farla finita con la vita.

Mi ha raccontato un aneddoto, quando ero già cresciuta da poter comprendere: “Mi trovavo in ospedale ed il dottore mi aveva appena detto che non avrei più visto la luce del giorno, che non avrei visto crescere le mie bambine. Non aveva più senso la mia vita. Il letto della camera d’ospedale era vicino alla finestra ed io mi ero alzata per avvicinarmi e buttarmi di sotto, ma una voce mi ha fermata. Mamma, come stai?, eri tu bambina mia. Da quel momento ho capito che la mia vita doveva andare avanti nonostante tutto: per te e per tua sorella”.

Sembra proprio che io abbia dato la forza a mia madre per risorgere, per creare la sua nuova identità. Tutta la sua vita è mutata. Lei che si era sempre accontentata di fare la mamma e la moglie, ha cominciato a sentire il bisogno di sentirsi viva diversamente. Ha cominciato a studiare, ha imparato il braille, è diventata centralinista, ha cominciato a lavorare, ma non tutti hanno compreso il suo cambiamento, che era quasi un modo per sopravvivere, perché a volte rischiava di impazzire. La sua vita è stata difficile ma lei è sempre stata attenta a non farsi schiacciare: era già stata schiacciata in precedenza.

Gli anni sono passati ed anche io sono cresciuta, sono diventata una donna, mi confrontavo con lei, ero quasi in competizione con lei. Era una donna bellissima, intelligente, capace e molto forte.

Dopo la cecità che l’ha accompagnata per il resto della sua vita una grave malattia l’ha colpita alla giovane età di 44 anni. Anche se aveva compreso la gravità della situazione progettava sempre un futuro per me e mia sorella, con o senza di lei. Qualche mese prima di morire mi ha fatto una confessione: “Tutti credono che ormai mi sono abituata al mio stato di cecità, ma non è così. Più passa il tempo e più io soffro per non potervi vedere crescere. Cerco di immaginare i vostri volti da adulte e vi vedo bellissime. Per questo motivo fino a qualche tempo fa volevo farvi sempre il bagno: per vedere con le mie mani come eravate diventate”.

Ho sempre davanti ai miei occhi il volto di quel giorno, stanco per quella grave malattia, ma sereno e felice perché aveva accanto a sé le sue bambine. Dopo qualche mese la sua vita finisce, ma a me piace credere che lei finalmente adesso ci vede, vede me, mia sorella, i nostri bambini, e insieme a mio padre veglia su di noi.

Il mio intento non era quello di impietosire o rattristare voi lettori. Quello che volevo era farvi conoscere una donna eccezionale che ha reso possibile la mia crescita, la mia maturità. Grazie al suo esempio, ai suoi dolori, al suo amore, sono la donna che oggi cerca di difendere la sua identità, i suoi valori, la sua famiglia, il suo ego. Grazie mamma.

Questo è solo un breve racconto. Ho sempre pensato di scrivere un romanzo da dedicarle. Chissà, forse un giorno ci riuscirò. Adesso sono contenta di avervi fatto conoscere una donna così speciale, di cui sentirò sempre la mancanza: una donna straordinaria chiamata mamma.


 

La parola ora torna a voi: conoscete o avete conosciuto donne che, nel loro piccolo, rendono o hanno reso onore al genere femminile? Scriveteci, entro il 6 marzo, a ilmiogiornale@infinito.it e info@ilmiogiornale.org! Non vi chiediamo brani letterari ma semplici lettere, purché scritte con il cuore.

L’8 marzo vi comunicheremo quale tra tutte le storie raccontate ci avrà colpito di più. Naturalmente, non  è previsto alcun premio, ma solo un riconoscimento simbolico: al lettore o lettrice che scriverà la testimonianza prescelta consegneremo una targa; inoltre, omaggeremo la protagonista della storia più toccante dando il suo nome alla nuova sede del nostro ente, Il granello di sale, che inaugureremo proprio il giorno della festa della donna.


Vi ricordiamo, inoltre, che la dolce Giusy e i professionisti che collaborano con noi (psicologi, avvocati, assistenti sociali …) sono sempre a vostra disposizione per consigli su questioni sentimentali, familiari …

Scrivete a giusy.chiello@ilmiogiornale.org e riceverete una risposta all’interno di questa rubrica.

3 thoughts on ““Donne ordinariamente straordinarie”: Paola nel ricordo “speciale” di Giusy Chiello

  1. HO SBAGLIATO SITO! CHE VOLETE FARCI? SONO IMBRANATA!

    PER QUESTO RIPETO:BUONISSIMA SCELTA,BRAVI!

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