Desert Motel: “Yarn” un respiro d’aria nuova

Nella mia precedente trasferta romana, mi sono imbattuto in manifesti che riportavano il nome DESERT MOTEL.
Vista la mia passione per i nomi dei gruppi, (oltre naturalmente a quella per la musica), mi sono incuriosito ed al mio ritorno, sfruttando l’aiuto di Facebook, li ho cercati e contattati. Così di punto in bianco scopro: dell’ottimo seguito del pubblico e delle buone lodi ricevute dagli addetti ai lavori. Attraverso alcuni cenni biografici rubati dal loro sito internet, scopro che sono di Aprilia in provincia di Latina… ora visti i miei gusti musicali abbastanza non commerciali, collego subito la città laziale a Tiziano Ferro … ma voglio procedere ugualmente. Intanto, mi accorgo che i loro brani sono scritti in inglese, quindi non mi aspetto un gruppo emulo del sopra citato. Contatto direttamente i componenti del gruppo i quali gentilmente mi fanno avere una copia di “YARN“.
Il loro esordio risale a circa quattro ani fa con l’ep ” OUT FOR THE WEEK END” e questo è il loro primo lavoro diciamo sulla lunga distanza.
La cover mi piace, è molto colorata sembra di vedere una coperta di lana, tipo quelle che con i ferri facevano la maggior parte delle nonne.
Inizia l’ascolto, una volta, due volte, tre volte …. non smetto più e dico… non può essere … lo piazzo in macchina e viaggio .. come faccio spesso … e questo “YARN” non mi viene a noia….
Certo c’è da migliorare qualcosa… forse negli arrangiamenti penso io … ma solo per un motivo, perché un disco così va fatto suonare bene, perché lo merita.
I DESERT MOTEL, sono un gruppo che hanno delle ottime canzoni , YARN è tutto splendido.
La loro musica è un cocktail tra un british rock moderno, con una spruzzata di prog (leggera), ma con molto succo di America. Nelle loro canzoni ritrovo gli Smashing Pumpkins ma quelli più intimi, la voce di Cristiano Pezzuti un poco ricorda quella di Billy Corgan. Oserei definire YARN un ottimo lavoro, malinconico ma non triste ma soprattutto intriso di quella malinconia, di cui a volte ne sentiamo il bisogno, per stare meglio che ci piace, è semplice ma mai banale, dodici canzoni raffinate ma mai snob, è un po’ come quei ricchi signori, che rimangono umili e stanno bene con tutti.
Non me la sento di definirlo un disco pop, perché mi sembra riduttivo, anche se la bellissima SOMETHING, ricorda un po i migliori Oasis. La mia preferita è sicuramente Brugge Belgium, che chiudendo gli occhi ci teletrasporta direttamente, nella bellissima città belga, mi piace molto anche Paths, la canzone che apre questo disco. “Let it shine” invece, è quella che più mi ricorda gli Smashing Pumpkins, è talmente bella e disarmante che sembra esca da un’altra epoca … certo non questa attuale, dedita a sfornare cantantucoli tutti maledettamente uguali. Ci sono delle canzoni in questo disco, che aiutate da un buon produttore, potrebbero veramente lanciare i Desert Motel all’interno del panorama musicale e non solo italiano. E’ un lavoro che ha bisogno di miglioramenti ma per il semplice motivo che come un diamante deve splendere, forse è per quello che “Let it shine” è proprio l’ultima traccia del disco. Complimenti ragazzi.
Roberto Roby Bruno