DECIFRARE TERMINI E SIGLE DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

Ma soprattutto interpretare normative e procedure per meglio ottenere il rispetto dei propri diritti. Purtroppo ciò non rientra nella cultura generale.

di Ernesto Bodini (giornalista scientifico e opinionista)

Ben si sa che per superare le difficoltà della vita bisogna essere non solo fortunati, ma in molte occasioni essere a conoscenza di tutte quelle nozioni che sono atte a prevenire il più possibile le avversità che il destino ci riserva. E non solo il destino, perché i nostri diritti vengono elusi o calpestati sia per la nostra ignoranza e sia per lo strapotere di chi ci deve rispettare. A chi mi riferisco? È  presto detto. Prendiamo ad esempio quali sono le ragioni che vedono il cittadino comune “indifeso” di fronte a qualche ingiustizia, il quale la subisce perché non è a conoscenza di una legge o più semplicemente di una normativa a riguardo, e questo non perché la relativa documentazione è occulta (ad eccezione di quella secretata per ragioni di privacy o legali), ma perché il cittadino non si prende la briga di richiedere la stessa agli Enti preposti. Ma quand’anche ne venisse in possesso un altro ostacolo è dato dalla non sempre facile comprensione dal punto di vista interpretativo e, chiedere spiegazioni al burocrate, a volte non si ottiene la sua disponibilità… per sua mancanza di tempo e di pazienza. Ecco che allora spetta al cittadino stesso attivarsi per ottenere l’atto o la documentazione che lo interessa, leggerla e interpretarla. Ma purtroppo  il più delle volte ciò non è semplice anche per le persone colte e istruite, figuriamoci per quelle dal modesto tasso di scolarità e cultura (in particolare molti anziani). Se prendiamo come esempio pratico tutto quello che ci sarebbe da sapere sulla Sanità pubblica (e per certi aspetti anche quella privata), è impensabile potersi districare non solo per la miriade di leggi, con relativi aggiornamenti, che ne regolano (o dovrebbero regolare) il corretto svolgimento, ma anche per la difficoltà interpretativa dei testi fatti da articoli, commi, capoversi e rimandi. E quali le conseguenze? A volte si perde il rispetto di questo o quel diritto e, recuperarlo, è spesso impresa assai titanica. Per quanto riguarda una delle più perseguite attualità nell’ambito della sanità, sono le fatidiche liste di attesa con le relative difficoltà per ottenere una visita specialistica o un esame strumentale (come primo accesso), e ciò nonostante il medico prescrittore abbia evidenziato nella ricetta il quesito diagnostico e il codice di priorità, ad esempio A: Urgente (entro 3 giorni) o B: Breve (entro 10 giorni). Ma la maggior parte dei pazienti interessati non pensa di consultare la normativa che va sotto la denominazione di Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa (in sigla PNGLA), quale impegno del Governo e delle Regioni e Province Autonome, che convengono su azioni complesse e articolate, fondate sulla promozione della appropriatezza clinica, organizzativa e prescrittiva a garanzia dell’equità d’accesso alle prestazioni, ne consegue che non è in grado di disquisire in merito, ed ancor meno quali azioni intraprendere per ottenere quelle prestazioni nei tempi prescritti. Ad onor del vero c’è da fare i conti con gli effetti della pandemia causa Covid-19 ossia l’accumulo abnorme delle liste di attesa, oltre al fatto che vi è una persistente carenza di personale medico e infermieristico sia ospedaliero che sul Territorio. Ma io sono del parere che a monte vi sia stata una scellerata (almeno in parte) gestione della politica sanitaria almeno nelle due-tre Legislature precedenti, ivi compresa la gestione della pandemia sulla quale ho scritto vari articoli quale osservatore, (anche come ex paziente) e opinionista. Ecco che allora da un bel po’ di tempo molti italiani hanno rinunciato a farsi curare, altri hanno speso i loro risparmi per farsi curare nelle strutture private, e questo lo trovo in contro tendenza sia alla Riforma sanitaria 833/1978 che  all’art. 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

E, come se non bastasse, notevoli le conseguenze sulla disparità di prestazioni e trattamento tra una Regione e l’altra, per effetto del fatidico Federalismo che qualcuno volle, e qualcun altro attualmente vorrebbe mantenere. E a questo proposito, quanti cittadini conoscono la normativa che è stata “regolata “ con la Riforma del Titolo V della Costituzione? E quanti possiedono una copia della Costituzione Italiana? E quanti, ancora, si documentano ogni volta che c’é da sapere quali sono i propri doveri, diritti e come procedere per il rispetto degli stessi? In compenso mi risulta che la gran parte delle persone è molto più documentata su argomentazioni ludiche: sport, occasioni di svago, cronaca rosa, etc. Ma richiamando l’attenzione sulle liste di attesa, nella relativa e più estesa documentazione si legge una serie di sigle spesso “non decifrabili” dai più quali  PDTA, PNCTA, LEA, MMG, PLS, ALPI, NSIS, RAO, SSN, SSR, URP, DG; la cui estensione è la seguente: Percorso Diagnostico Terapeutico, Piano Nazionale di Contenimento dei Tempi d’Attesa, livelli Essenziali di Assistenza, Medici di Medicina Generale (riferimento ai medici di famiglia), Pediatra di Libera Scelta, Attività Libero Professionale Intramuraria, Nuovo Sistema Informativo Sanitario, Raggruppamenti di di Attesa Omogenei, Servizio Sanitario Nazionale, Servizio Sanitario Regionale, Ufficio Relazioni con il Pubblico, Direttore Generale. Ma soprattutto si rilevano termini come follow-up, ex post, day service, implementazione, recall, target, screening, intramoenia, etc., la cui descrizione, in ordine, è la seguente: controlli periodici a distanza, a posteriori, regime ambulatoriale in tempi contenuti, mettere in pratica, richiamo, obiettivo,  esami condotti a tappeto su una fascia più o meno ampia della popolazione allo scopo di individuare una malattia o i suoi precursori, entro le mura (all’interno della Struttura). Ma al di là della terminologia e quindi del linguaggio burocratese (non del tutto alienato), si tratta di affrontare di volta in volta gli ostacoli che “impediscono” l’accesso alle prestazioni nei tempi prescritti dal medico di famiglia o dallo specialista che, di per sé, sembrano insormontabili ma di fronte ad una esigenza palese e non rinviabile, è possibile avvalersi delle prestazioni intramoenia, in sub-ordine accedere al Pronto Soccorso e, in caso di insuccesso, propendere per un esposto/diffida cautelativa (per raccomandata A/R) all’Ente di riferimento e, per conoscenza, all’Assessorato alla Salute, se non anche all’Ufficio Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute. Mi rendo conto che tali azioni, specie l’ultima, è una “forzatura” ma al tempo stesso se il paziente pensa che la sua situazione di salute stia volgendo ad un possibile peggioramento, credo che sia razionale e rientrante nella legalità. In merito a quanto su esposto si potrebbero fare ulteriori considerazioni, ma per ragioni di giustificato opportunismo, preferisco non andare oltre. Un’ultima curiosità. Da chi sono scritte le Leggi in Italia? Sono i cosiddetti legislatori (tecnicamente meglio noti come brian trust), ossia un gruppo di consulenti dotati di particolare competenza in settori specifici, che è opportuno usino meglio la lingua di Dante e, nel contempo, facendo meno ricorso ai termini in latino e in lingua inglese. Al cittadino spetta il compito-dovere di avvalersi delle normative che lo interessano e, se il caso, farsi aiutare ad interpretarle per farle rispettare.

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