L’associazione “Comunità Papa Giovanni XXIII” aderisce alla “Cities for Life”, per la Giornata mondiale contro la pena di morte

Rimini, 28 novembre 2012

L’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da Don Oreste Benzi aderisce alla “Cities for Life”, giovedì 29 novembre per la  Giornata Mondiale contro la pena di Morte.

L’iniziativa è organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio e l’evento principale si terrà a Roma, al Colosseo. 87 nazioni nel mondo, illumineranno un proprio monumento in simbolo di opposizione alla pena di morte.

In questa occasione, l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII ricorda che in Italia esiste una pena di morte mascherata come l’ha definita il Responsabile Generale, Giovanni Ramonda, successore di Don Oreste Benzi, incontrando gli ergastolani ostativi ai benefici penitenziari, destinati quindi a morire in carcere.

Da vari anni, incontrando ogni settimana gli ergastolani di vari carceri italiane, ci siamo resi conto che il principio rieducativo della pena sancito dall’art. 27 della Costituzione viene violato dall’ergastolo e tanto più è violato dall’ergastolo ostativo ai benefici.

Troviamo ingiusto e disumano che ci siano 1546 ergastolani in cui il “se” e “quando” dell’accesso ai benefici penitenziari sia assolutamente incerto e ancora più profonda l’ingiustizia è per gli almeno 1000 ergastolani ostativi ai benefici che non usciranno mai più dal carcere a meno che non collaborino o che sia riconosciuta la collaborazione impossibile, irrilevante o inesigibile.

Secondo noi la collaborazione non è indice di un pentimento interiore, contraddice il principio di non collaborazione della fase di merito del processo e rende irrilevante e impossibile il percorso rieducativo della persona.

Questo sistema di fatto viola il diritto di ogni persona detenuta al reinserimento sociale, Don Oreste Benzi, il nostro fondatore, diceva che ogni detenuto in carcere è un bene che manca a noi come società, fino a quando questo bene non sarà restituito alla società saremo tutti più  poveri.

La persona che ha commesso reati ha bisogno e deve pagare e riparare il mal fatto, attraverso un percorso rieducativo che porti al pentimento interiore e laddove è possibile verso la richiesta di perdono e l’incontro con le vittime dei reati, favorendo così il reinserimento sociale per un recupero concreto e reale della persona.

L’uomo non è il suo errore ma è molto più grande, diceva Don Oreste Benzi.

Siamo convinti che occorra promuovere l’incostituzionalità dell’ergastolo perché è una pena vendicativa e disumana, che in realtà è una pena di morte civile che non dà speranza di vita.

Giovanni Ramonda

Responsabile Generale

Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

 

Per info:

Giuseppe Angelini

Tel. 328 1649830

 

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