Cina, il governo promette un’inchiesta su morte attivista Tiananmen

 

 

 

 

 

 Manifestanti a Hong Kong con la foto di Li Wangyang (PHILIPPE LOPEZ/AFP/GettyImages)

Il governo cinese farà luce sulle cause della morte di Li Wangyang. Lo hanno detto funzionari di Pechino, in risposta ai numerosi appelli giunti da tutto il mondo affinché vengano chiarite le cause del decesso dell’attivista che partecipò alle proteste di piazza Tiananmen. Wangyang è stato trovato morto in un ospedale dello Hunan. Morte sospetta anche perché l’uomo era in carcere da vent’anni, da quanto cioè era stato arrestato dalle autorità cinesi per il suo ruolo nelle manifestazioni di piazza.

In un primo momento, fonti cinesi avevano parlato di un suicidio: l’uomo era infatti stato trovato con un cappio alla gola. Successivamente sono emersi particolari controversi, come il fatto che i piedi dell’uomo toccassero terra. Uno strano suicidio, insomma, tanto che le autorità cinesi si erano poi corrette, parlando di “un incidente”. Secondo amici e familiari dell’attivista, è difficile che possa essersi trattato di un suicidio, anche perché le disabilità provocate dal lungo periodo di detenzione e dalle torture subite non gli consentivano una grande autonomia nei movimenti.

Nell’annunciare un’inchiesta approfondita, il funzionario governativo ha precisato che si tratta di un passo resosi necessario soprattutto dopo che anche la stampa internazionale aveva cominciato a seguire la storia. C’è però chi sospetta che le indagini riveleranno poco e niente, perché gran parte delle prove sono sparite con la cremazione del corpo.

Fonte: Peace reporter

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