Cannes 2011, trionfa The Tree of Life di Malick
The Tree of Life di Terrence Malick è già nelle sale italiane, insieme all’altro film favorito per la vittoria della Palma d’Oro 2011, ovvero Il Ragazzo con la Bicicletta (Gran Premio della Giuria ex aequo con Once Upon A Time in Anatolia) di quei fratelli Dardenne che il Festival di Cannes l’hanno saputo vincere più volte. Il pubblico italiano, quindi, potrà immediatamente approvare o dissentire dal verdetto della giuria della Croisette, presieduta quest’anno da Robert De Niro. Avendo già visto Habemus Papam di Nanni Moretti, poi, potrà divertirsi a organizzare una piccola gara post Cannes, un triangolare di lusso tra cinema americano, francese e italiano.
Non che The Tree Of Life sia l’ambasciatore in Europa di quel cinema hollywoodiano tutto azione ed effetti speciali. A tal proposito, non inganni la presenza di due divi come Brad Pitt e Sean Penn nel cast: il film dovrebbe regalare al pubblico un elevato tasso di originalità, garantito da un regista che in quarant’anni di carriera ha diretto solo cinque lungometraggi, per via dei suoi metodi di lavoro maniacali.
Per dare un’idea ai lettori di come lavori in realtà Terrence Malick, basti pensare che nel cast del suo film bellico La Sottile Linea Rossa, del ’98, – di cui il Dizionario Mereghetti ha scritto: “un racconto per analogie, lampi, ellissi, che forza il linguaggio delle immagini sul filo dell’allusione e dell’indicibile […]” -, figurino star del calibro di James Caviezel, Sean Penn, Nick Nolte, Adrien Brody, John Cusack, John C. Reilly, George Clooney, Jared Leto e John Travolta, ma siano state tagliate in fase di montaggio, senza guardare in faccia nessuno, scene che avrebbero dovuto includere anche Mickey Rourke, Martin Sheen, Gary Oldman, Leonardo Di Caprio e Viggo Mortensen.
Piaccia o meno, questo è Terrence Malick, che non ha ritirato il premio più ambito a causa della sua proverbiale riservatezza.
Tra le altre opere premiate, continua la crescita del cinema danese, con la regia di Refn (che ha letto il discorso dall’ I-phone) premiata per Drive e Kirsten Dunst premiata come migliore attrice per Melacholia di Lars Von Trier (che dirige le donne sempre alla perfezione, visti gli analoghi premi andati in passato a Emily Watson, Bjork, Nicole Kidman e Charlotte Gainsbourg).
A bocca asciutta This Must BeThe Place di Paolo Sorrentino, che parla di una matura e depressa rock star (Penn) sulle tracce del padre ex soldato nazista, per vendetta. Chissà se un soggetto così curioso varrà a Sorrentino il riscatto almeno al botteghino di ottobre, quando il film uscirà in Italia. Botteghino che ha già visto The Tree of Life in difficoltà nello scorso week-end, alle spalle degli hollywoodiani Pirati dei Cairaibi – Oltre i confini del mare, Fast&Fourios 5 e Red. Ma il mercato, si sa, ha altre leggi.
Andrea Anastasi