BUROCRATI E CITTADINI-CONTRIBUENTI ALLA SBARRA…

Finché il cittadino sarà remissivo e quindi non determinato subirà sempre ingiustizie, e il rispetto del diritto resterà sempre nell’oblio. È quindi bene pretendere il rispetto dell’art. 98 della Costituzione avvalendosi inderogabilmente dello scritto ad oltranza…

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

Da sempre ci si lamenta delle ingiustizie che si subiscono spesso per i soprusi della Pubblica Amministrazione (P.A.), e nello specifico sia per l’arroganza dello strapotere (anche abuso) di taluni dipendenti, in divisa e non, sia per la persistente burocrazia che da tempo definisco il “cancro Italia”. Tale perpetuarsi paradossalmente è un fenomeno in parte alimentato dagli stessi cittadini-contribuenti-sudditi, in quanto il più delle volte sanno solo lamentarsi verbalmente tra loro o rivolgendosi ai mass media; ma di fatto senza quasi mai ottenere soddisfazione ed ancor meno la soluzione dei propri problemi. Io credo che alla base di tutto, oltre alla inefficienza della P.A. (oggi più che mai) c’é l’ignoranza attiva o passiva e perseverante (oltre che irresponsabile) degli stessi cittadini, i quali non sanno avvalersi delle normative e delle leggi vigenti a loro favore, e soprattutto non sanno imporsi contro questo o quel burocrate. Inoltre, la stragrande maggioranza non si prende la briga di erudirsi su come è costituita la macchina (burocratica) governativa e tanto meno come funziona, per non parlare di quella terminologia (burocratese) che almeno in parte è utile conoscere. Pur ammettendo qualche attenuante ai cittadini che per una serie di ragioni sono privi della più elementare istruzione, e di quelli affetti da “debolezza psicologica” e privi di carisma, la maggior parte sono affetti da inettitudine tanto da rinunciare a pretendere quanto loro dovuto e il rispetto della loro dignità. Inoltre nella A.P. italiana vige quel “malaffare” che consiste nella impunità dei dipendenti che sbagliano o umiliano i cittadini e, a riprova di ciò, vi siete mai chiesti perché il burocrate non viene mai licenziato se non per reati di una certa gravità? A sua tutela solitamente l’A.P. si rivolge al cittadino sempre per iscritto, mentre il cittadino non si “impone” mai con lo scritto se non obbligato da esigenze di prassi e di forma. Per contro, come sostengo da sempre, il cittadino-contribuente non considera mai (e nemmeno ci pensa) che il più delle volte può essere utile una denuncia-diffida per raccomandata nei confronti di un determinato Ente e/o suo esponente, con il vantaggio (ovviamente seguendone l’iter) di non dover affrontare determinate spese, come ad esempio le parcelle di un legale. Si provi ad immaginare se milioni di cittadini si dovessero rivolgere (individualmente e non collettivamente) con una raccomandata di denuncia-diffida contro questa o quella Amministrazione, posso garantire che se l’ingiustizia subita è palese e quindi dimostrabile inopinatamente, il risultato del conforto è quasi sempre assicurato.  Questo modo di porsi per contrastare la P.A. è l’unica arma a disposizione, ed è paradossalmente più potente di quanto si possa immaginare; ma è però evidente che richiede determinate peculiarità: essere onestamente nel giusto, possedere elementi a proprio favore (documentazioni scritte e non verbali e/o telefoniche, e all’occorrenza eventuali testimoni), rispetto delle procedure imposte dal sistema (compresi i tempi richiesti), essere coerenti e determinati, e irremovibili (mai scendere a compromessi) oltre a possedere proprietà di linguaggio e un minimo di conoscenza della normativa inerente alla propria vicenda. Infine, è da sfatare quel mito che consiste nel credere di subire eventuali ritorsioni…; insomma, non farsi vedere agnelli di fronte ai lupi (sic!). Piero Calamandrei (1889-1956), giurista e uno dei padri della Costituzione affermava: «Trasformare i sudditi in cittadini è un miracolo che solo la scuola può compiere». Ma da come procedono i fatti, ciò non è sufficiente perché molto dipende dal proprio sapere (conoscenza), saper fare (capacità, abilità ed esperienza), saper essere (comportamento, atteggiamento, stile personale). E, per concludere, rammento che l’A.P. italiana sembra ispirarsi allo scoraggiamento, invece che alla facilitazione e all’aiuto del cittadino; e ciò, nonostante l’art. 98 della Costituzione che recita: «I pubblici funzionari sono al Servizio esclusivo della Nazione», e personalmente aggiungo che non sono servitori dello Stato (concetto di ben altra valenza) come i mass media si ostinano a definire. Ma va da sé che se si ha carattere si ha anche una propria tipica esperienza interiore, che ritorna sempre. E ben venga, quindi, qualche iniziativa di proselitismo… magari sotto la veste di modesti Templari!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *