Bollo auto, è stretta contro l’evasione
Continua la stretta sui controlli anti evasione fiscale: se l’anno scorso al centro del mirino della politica italiana era finito il tanto odiato canone Rai (poi inserito in bolletta telefonica, con lungo strascico di polemiche), quest’anno la manovra finanziaria 2017 attualmente al vaglio delle Commissioni parlamentari potrebbe contenere norme specifiche contro la tassa di proprietà e di circolazione dei mezzi.
Senza bollo non si circola. Come verifichiamo da Guida Fisco, le novità sul bollo autoveicolo rischiano di avere conseguenze molto pesanti per chi evade: nell’emendamento presentato dal Partito Democratico, infatti, è previsto il blocco del mezzo di chi non paga la tassa di possesso. Per ora, questa norma ha avuto l’approvazione della Commissione Finanze della Camera, e si attende il passaggio alla Commissione Bilancio, prima della eventuale discussione nei due rami del Parlamento italiano che darebbe il definitivo via libera a questa temibile novità.
Cosa prevede l’emendamento. In dettaglio, questa norma stabilisce che “gli uffici del Dipartimento dei Trasporti, così come i centri di revisione” siano chiamati a controllare “che i proprietari dei veicoli abbiano sempre pagato la tassa di proprietà e di circolazione del mezzo e che lo stesso non sia sottoposto a fermo amministrativo”. In caso di verifiche negative, scatterà in automatico il blocco alla circolazione del mezzo, che costringerà il proprietario colto in fallo a pagare il bollo, oppure a cambiare completamente abitudini imparando a utilizzare i mezzi pubblici o ad andare a piedi.
I limiti della norma. Così come formulata, la proposta evidenzia però una serie di limiti, messi in risalto da Quattroruote, che ha dedicato un lungo focus all’argomento. Quello che appare più grave è di natura tecnica, e riguarda il rapporto tra Pra e Motorizzazione Civile. Ovvero, come spiegano i redattori del magazine, il fermo amministrativo dell’automobile è un provvedimento annotato al Pra, e dunque si apre un possibile “conflitto” sul trasferimento di dati alla Motorizzazione civile oppure con il Centro revisioni che annota l’evasione.
Chi paga i controlli. Inoltre, ancora non è chiaro come avverrà il controllo: l’ipotesi visura, ad esempio, significherebbe prevedere una tariffa di 6 euro, da moltiplicare per i 15 milioni di revisioni che si fanno ogni anno, generando dunque un costo complessivo 90 milioni di euro. Ma per quali tasche? Nell’emendamento si legge che “l’importo per l’attività prestata” andrà riconosciuto ai centri revisione, e quindi è ipotizzabile che di riflesso aumenterà anche la tassa sulla revisione dei veicoli. Con un costo maggiorato che, paradossalmente, si riverserà su tutti i possessori di un’auto, e quindi non solo sui precedenti evasori, ma anche su chi è in regola, penalizzandolo doppiamente.
Renzi non tranquillizza. Come detto, per ora si tratta di un emendamento che attende ancora il vaglio della Commissione Bilancio e poi l’ulteriore (e definitivo) passaggio in Senato e Camera, ma la preoccupazione ha iniziato a circolare tra addetti ai lavori e automobilisti. E non è servito a rassicurare neppure il tweet di Matteo Renzi, che è intervenuto con una veloce battuta in merito a tutta la discussione sulla manovra finanziaria, scrivendo “Nessuna nuova tassa in legge di bilancio, nessuna. Finché sono premier io, le tasse si abbassano e non si alzano #avanti”, visto che in questo caso (e tecnicamente) non si tratterebbe di una nuova imposizione fiscale, quanto di una maggiorazione che rischia di andare a scapito soprattutto di chi è stato in regola.
Angelo Vargiu