Beslan: A 10 anni dalla strage ancora ombre e dolore

Silenzio delle più alte autorità dello Stato, almeno per ora, anche nel decimo anniversario del peggior attacco terroristico in Russia, quello della scuola di Beslan, nell’Ossezia del nord, dove morirono 334 persone, di cui 186 bambini.

Era appena suonata la campanella del primo giorno di scuola, come ogni anno in tutto il Paese, quando un commando di 32 ceceni armati fece irruzione nella scuola e prese in ostaggio per tre giorni oltre mille tra studenti, genitori, parenti, insegnanti, chiedendo il riconoscimento dell’indipendenza cecena e il ritiro delle forze russe. Il blitz termino’ con un ancora controverso un blitz delle teste di cuoio russe.

La tragedia, che ha lasciato anche 126 invalidi, di cui 70 bambini, e’ stata ricordata oggi con varie cerimonie e iniziative in tutta la Russia. A partire da Beslan, dove la commemorazione dura tre giorni e l’inizio dell’anno scolastico e’ stato spostato dal 2009 al 5 settembre: oggi circa 3000 persone hanno deposto fiori e acceso candele sui resti della scuola e su un monumento inaugurato recentemente, un memoriale di granito lungo 50 metri con incisi i nomi di tutte le vittime.
Molti hanno portato anche giocattoli e bottiglie d’acqua, per ricordare l’insostenibile sete e il terribile caldo sofferti dagli ostaggi. Domani, sempre a Beslan, e’ previsto un concerto requiem al centro culturale della città. Dopodomani, invece, alle 13.05, ora della strage, gli allievi della scuola lanceranno in cielo 334 palloncini bianchi leggendo uno ad uno i nomi delle vittime.

Il lungo lutto locale si concludera’ al cimitero cittadino, denominato la ‘citta’ degli angeli’. Cerimonie sono previste anche a Mosca e in altre citta’ del Paese. Per ora non sono annunciate presenze di alte cariche dello Stato.

Prosegue intanto la battaglia delle madri di Beslan per far luce su vari aspetti della vicenda: dall’opacita’ operativa della cellula di crisi alla responsabilita’ delle due esplosioni che fecero scattare il blitz delle forze speciali russe, dalla presunta fuga di alcuni componenti del commando ceceno alla totale disorganizzazione dei soccorsi.
Fonte: Ansa

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