Aumento della pressione fiscale oltre il 50%, no tagli ai Ministeri e rischio di rivolta sociale: Auguri Italia!

 

 

 In un momento così delicato per il nostro Paese, abbiamo chiesto “lumi” all’ on.Antonio Palagiano (IDV) che ha gentilmente accettato dirispondere alle nostre domande.

 –La prima tranche della manovra, pari a 90 miliardi è stata varata e questa sarà pagata interamente dal popolo italiano, la 2° tranche arriverà in dicembre, poi ci sarà quella di aprile e via dicendo, tanto da arrivare in 2 o 3 anni a coprire un debito pari a circa 400 miliardi.  Miliardi che usciranno, appunto, dalle tasche già impoverite dei cittadini. Dovremmo scappare tutti all’estero, fuori dalla UE…perché il presente è nero e il futuro appare nerissimo…-

“Il combinato disposto dai: D.L. n. 78 del luglio 2010, D.L. n. 98 del luglio 2011, D.L. n. 138 del 13 agosto 2011 finalizzati al raggiungimento del pareggio di bilancio, così come definito nel marzo scorso dai capi dello Stato e di Governo (Euro Plus) è costato (per il corrente anno, per il 2012, 2013 e 2014) ai cittadini e alle imprese italiane 315 miliardi di euro (oltre 600 mila miliardi di vecchie lire), senza però garantire il raggiungimento dell’obiettivo. Oltre 300 miliardi di tagli alle spese (scuola, sanità, enti locali, previdenza, sicurezza, ecc…) ma soprattutto maggiori entrate (pari al 60% del totale) che significano principalmente una cosa: aumento della pressione fiscale, che supererà il 45%, ma per chi le tasse già le paga significherà un balzo oltre il 50%. Si tratterà di una manovra pesantissima in busta, perché graverà sui cittadini onesti, sui lavoratori e sui pensionati, sulle imprese concrete, ma che non raggiungerà l’obiettivo del pareggio di bilancio perché una serie di entrate (lotta all’evasione) non darà il risultato previsto, mentre i tagli ai Ministeri resteranno iscritti solo sulla carta.  Ciò che manca di più, però, è l’assenza di azioni finalizzate alla crescita del PIL, prevista dal Governo all’1,1% per il 2011 e al 1,6% per il 2012, ma che il Fondo Monetario Internazionale ha declassato allo 0,7% per quest’anno e allo 0,3% per il 2012. Ciò significa che all’appello mancano già 15 miliardi, ai quali aggiungere il maggior costo al servizio del debito (cioè al costo del collocamento dei titoli di Stato) che equivale, allo stato attuale, a 18 miliardi ogni 100 punti base, di differenziale tra titoli italiani e bond tedeschi: ora siamo ad oltre 400 punti base. Sarà un autunno caldo ed un inverno caldissimo (anzi, gelido) per tutti, meno che per gli evasori, per gli “scudati”, per i corrotti e corruttori. Il rischio di rivolta sociale è molto alto.

L’opposizione da tempo offre uno spettacolo desolante, oltre a litigare tra sé e a dichiarare che Berlusconi deve andar via, non agisce, non ha un programma. Gli italiani sono nel regno di Fantasia, circondati dal Nulla che avanza…si può ipotizzare un’alternativa?-

“E’ vero, l’opposizione italiana, in questo momento, fatica a mettere insieme idee, programmi ma soprattutto credibilità. L’Italia dei Valori, sta proponendo agli alleati un percorso serio e concreto che può essere una valida, forse la sola, alternativa a questo Governo di cui gli italiani sono stufi. L’obiettivo è lavorare insieme affinché nel 2013 lo scenario cambi radicalmente e speriamo di trovare la massima collaborazione. Noi ci siamo e non siamo certo un “Nulla”.”

Anche Di Pietro, il presidente del suo partito, non ha resistito e ha compiuto uno “scivolone” quello di candidare il figlio Cristiano alle regionali molisane. Il fatto è stato mal digerito dai suoi stessi compagni,ma allora anche lui è caduto nella logica del “tengo famiglia”?-

“Trovo inconcepibile l’idea che una persona possa perdere i diritti costituzionali solo perché figlio di un leader di partito. Cristiano è un ragazzo che ha sempre creduto nella politica e la fa, da sempre, con passione e senza secondi fini. Non ha mai tratto benefici dalla figura paterna e lo dimostra il fatto che era un poliziotto delle volanti e tale è rimasto nonostante sia il figlio di Antonio Di Pietro e possa quindi aspirare – secondo la logica messa in campo dalle aspre critiche di questi giorni – a ricoprire poltrone più importanti. La logica del “tengo famiglia” è geneticamente estranea al nostro modo di vedere la politica che è e resta un difficile impegno finalizzato ad una società migliore, nell’esclusivo interesse del cittadino. La verità è che portare sul groppone un cognome “pesante” crea maggiori difficoltà ai figli di Di Pietro, come dimostra il
fatto che la secondogenita Anna, nonostante la laurea alla Bocconi, sia attualmente disoccupata.”

Francesca Lippi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *