Anniversario: una data in calendario per ricordare ma soprattutto per considerare

di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)

Le ricorrenze sono sempre un avvenimento: segnano un data sul calendario, evidenziano episodi della vita al centro dei quali ruotano una o più persone, appartenenti al presente o al passato. Ma è così importante ricordare, festeggiare, o addirittura non ricordare? È evidente che tutto è relativo in quanto molto dipende se il vissuto è stato lieto o meno, ma poiché il passato (come il presente) fa parte delle tappe della nostra esistenza tanto vale considerare i lati più positivi di una ricorrenza, senza eludere anche quelli più negativi soprattutto se questi ultimi ci ricordano il vissuto di una delusione o di una sofferenza. In quest’ultimo caso una mia cara amica (che per delicatezza chiamerò Luisa, oggi cinquantenne) mi ha confidato in questi giorni che nel luglio di 16 anni fa le veniva diagnosticata una patologia neuromotoria, a carattere invalidante, ma non per questo l’amarezza ha preso il sopravvento… tanto da dover girare la pagina del suo calendario.

Una ricorrenza non certo priva di tristezza (ma non di scoramento), e al tempo stesso meritevole di essere “commentata” (sia pur brevemente) dalla sua stessa voce, anzi, dalla sua stessa anima che rappresenta la sua forza interiore a sostegno imperituro di ogni debolezza fisica e psicologica. Ma il suo calendario riporta altre “scadenze”, come quella di tre anni fa quando l’ho incontrata e conosciuta ad una riunione associativa: era su una carrozzina spinta dalla figlia. Mi è venuta incontro casualmente e con una spontanea carezza sul suo viso dolce e dall’espressione serena, l’ho “accolta”; un gesto insolito verso chi non si conosce, ma il suo sorriso è stato istantaneo e di spontanea accettazione e cordialità. Da allora il contatto non si è mai interrotto: ci lega un tenue ma costante filo che si chiama amicizia e ancor più la reciproca considerazione tra persone che si comprendono e condividono, non tanto lo sfogliare un calendario e puntare il dito su un giorno o su un altro, ma più semplicemente il rispetto dell’umano sentimento che si chiama: rispetto della Persona. A Luisa, donna matura e determinata, auguro ogni bene, garantendole la mia presenza in difesa dei suoi diritti di donna e di persona disabile, e proprio per questo, maggiormente “oggetto” delle mie attenzioni.

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