A TORINO TORNANO I LUNEDÌ DELLA PREVENZIONE E DELLA SALUTE

di Ernesto Bodini (giornalista scientifico)

 

Per il ciclo autunnale sono riprese le conferenze sotto l’egida della associazione “Più Vita in Salute” che si tengono ogni lunedì, sino al 2 dicembre, nell’aula magna del Molecular Biotechenology Center. Ospiti lunedì scorso i dott. Franco Picciotto (nella foto) e Virginia Caliendo, dermatologi rispettivamente della S.S.D. di Dermochirurgia e Dermatologia Chirurgica all’ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza. Il tema della Dermatologia clinica e chirurgica è stato affrontato “in tandem” ad ampio raggio, suscitando particolare interesse tra il pubblico sempre numeroso, illustrando alcuni aspetti essenziali della anatomia e fisiologia della cute la cui parte superficiale è detta epidermide e la parte sottostante è detta derma. «Diversi sono i tipi di cellule della cute – ha spiegato Picciotto – tra i quali i cheratinociti, presenti in tutti i suoi strati, ed hanno principalmente una funzione protetitva da aggressioni di organismi patogeni, calore, radiazioni UV, perdita d’acqua, da cui traggono origine i tumori della pelle, ossia gli epiteliomi; e i melanociti presenti anch’essi nell’epidermide, responsabili in parte del colore della cute». In effetti l’abbronzatura è la reazione naturale (soggettiva) della pelle ai raggi solari, tant’è che le persone con la pelle più chiara devono proteggersi maggiormente, in quanto il sole è la principale causa dei tumori cutanei… nonostante siano riconosciuti altri tipi di benefici. I raggi ultravioletti UVA sono dannosi in quanto hanno effetto carcinogenetico (induzione al tumore), ed essendo penetranti sono appunto causa dell’invecchiamento cutaneo. In merito al fatto che la radiazione può essere diretta, diffusa e riflessa, il relatore ha precisato: «Una fotoesposizione solare che si protrare oltre un certo tempo favorisce l’insorgenza dei carcinomi, come ad esempio l’epitelioma, mentre un’esposizione intermittente favorisce la comparsa del melanoma. Ma le condizioni per il rischio sono altresì favorite dalla familiarità, dalla storia clinica (anamnesi) e dai soggetti con pelle chiara, oltre a quelli che hanno subito ustioni solari in età adolescenziale. Frequenti sono le cosiddette precancerosi cutanee, ossia un’alterazione della cute che tende ad evolvere in tumore. Queste sono di dute tipi: la cheratosi attinica e la malattia di Bowen, interessando le parti più esposte del corpo come il viso, il cuoio capelluto e le orecchie». È dato a sapere che i carcinomi della cute sono più frequenti nell’uomo, la cui incidenza è in aumento con l’avanzare dell’età, e il melanoma si manifesta soprattutto tra i 50 e i 60 anni, mentre sono rari nei soggetti adolescenti; un tumore che in Italia (più frequente più al nord che al sud) per incidenza è al 7° posto e al 5° negli Stati Uniti.

 

Con ulteriori approfondimenti sull’argomento è intervenuta la dottoressa Caliendo (nella foto), in particolare per quanto riguarda il melanoma precisando che è particolarmente aggressivo, ma se viene diagnosticato precocemente la guarigione è pressoché totale. «Tuttavia – ha precisato – è un tumore assai simulatore perché lo si può osservare come una macchia scura omogenea o disomogenea, asimmetrica e talvolta la stessa può essere acromica (senza una particolare colorazione, ndr) ed essere confusa con una “banale” lesione cistica. Il melanoma ha una incidenza molto più ampia rispetto ad altri tumori della cute, come l’epitelioma basocellulare, e come aggressività è uguale a quella dell’epitelioma spinocellulare». Una diagnosi tardiva è causa di diffusione del tumore ai linfonodi con possibili recidive e localizzazioni a distanza a livello polmonare, addominale, encefalico, etc. Una buona e saggia pre-diagnosi può essere fatta da ciascuno esaminandosi le parti più esposte del proprio corpo, facendosi inoltre visitare dal proprio medico di base. Per quanto riguarda la terapia la relatrice ha spiegato che può essere medica, chirurgica e farmacologica, seguendo le linee guida prevalentemente italiane e americane. «Una lesione sospetta – ha ricordato – viene esaminata con il dermatoscopio che ingrandisce la visione della parte e ne facilita l’interpretazione diagnostica. In caso sospetto e/o accertato si procede alla biopsia, ossia all’asportazione della lesione sospetta che verrà esaminata dall’anatomopatologo; in seguito alla quale si procede al cosiddetto “linfonodo sentinella”, ossia l’esame del primo linfonodo ad essere interessato da una possibile metastasi: un campanello d’allarme per capire se c’é stata un’eventuale diffusione del tumore. Se questo risulta positivo sono praticabili terapie mediche e chirurgiche, a volte associate se il quadro clinico è più compromesso». Ma non tutti i tumori sono uguali per ragioni di mutazione genetica, e tra le diverse terapie sono disponibili la target teraphy e la immunoterapia. «Oggi – ha concluso la dottoressa Caliendo – si applica la terapia integrata in quanto la terapia chirurgica viene supportata da quella medica che dà maggiori possibilità di risposte. Gli effetti collaterali sono tutti gestibili, e il trattamento del melanoma è multidisciplinare. In tutti questi casi, per conoscere i vari Centri oncologici, molto attiva è la Rete Oncologica Piemontese»

Per quanto riguarda il trattamento di alcune patologie con l’ausilio delle infiltrazioni, che nulla hanno a che fare con quelle di indicazione estetica, al silicone o miracolosa, è intervenuto il prof. Carlo Alessandro Russo Frattasi (nella foto), chirurgo ortopedico e traumatologo informando che le infiltrazioni a carattere terapeutico sono note da circa un secolo, e particolarmemte indicate al trattamento della patologia algica articolare ed extrarticolare. I primi risultati del trattamento infiltrativo risalgono al 1920, allora limitato alla somministrazione di analgesici; nel decennio successivo venivano compresi nuovi medicamenti del tutto innovativi, e dagli anni ’40 avveniva la scoperta del cortisone e acquisito come scelta per il trattamento della patologia articolare e muscolotendinea. «In questi ultimi decenni – ha ricordato il clinico – la pratica infiltrativa si è “imposta” acquisendo una dimensione importante tanto da interessare molte pubblicazioni scientifiche. Negli ann’80, grazie al perfezionamento della tecnica si è cominciato a parlare di infiltrazioni articolari, periarticolari e muscolotendinee ecoguidate. Attraverso la guida ecografica il medico può intervenire anche in articolazioni profonde come l’anca. Sono sicure ed hanno solitamente effetto immediato, sopprimendo il dolore e risolvendo il problema dell’infiammazione; sono indicate anche in soggetti obesi e con diabete; non ci sono particolari controindicazioni, tant’é che dopo le sedute predisposte il paziente può riprendere le sue normali attività». In Italia si può accedere alla terapia infiltrativa sia somministrando il cortisone che l’acido ialuronico. Per quanto riguarda quest’ultima indicazione per via intrarticolare il miglioramento è dell’articolazione interessata che, a diversi dosaggi e a cicli periodici, ha un buon effetto terapeutico. Le infiltrazioni a base di cortisone (riconosciute dal SSN) sono indicate per la patologia muscolo-scheletrica, e aboliscono il dolore come pure l’infiammazione, solitamemte con effetto immediato. «Queste terapie – ha aggiunto il relatore – sono indicate per l’epicondilite (nota anche come il gomito del tennista, ndr) e l’epitrocleite (nota anche come il gomito del golfista), infiammazione del complesso tendineo che collega all’epicondilo mediale dell’omero parte dei muscoli anteriori dell’avambraccio; come per chi soffre del cosiddetto “dito a scatto”, oltre alla rizoartrosi, una patologia artrosica che interessa l’articolazione alla base del pollice (sindrome di Quervain) limitando l’utilizzo del polso e della presa. La pratica infiltrativa si estende anche al trattamento per chi è affetto della sindrome del tunnel carpale, da lombalgia, del tendine di Achille e dell’alluce valgo». L’infiltrazione a scopo terapeutico che consiste nella introduzione del medicamento prescelto, tramite ago, all’interno od in prossimità di una articolazione, viene praticata anche nell’ambito dello sport a causa delle articolazioni interessate dei soggetti che lo praticano; ma il trattamento va ben oltre in quanto le infiltrazioni, prescritte e praticate dal medico specialista, sono pure indicate per chi accusa dolore alla spalla, e a livello sottoscapolare. «Se non si tratta di un fatto acuto – ha concluso il prof. Russo Frattasi – ci si rivolge al medico di base che prescriverà una visita ortopedica da prenotarsi in ambito territoriale, e questo a sua volta prescriverà il trattamento infiltrativo più indicato».

Foto a cura di Ottica Torinese

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