A Torino riportato alla luce un ricco patrimonio medico-sanitario

Si tratta di una mostra che vuole essere itinerante e di un museo per non disperdere le conoscenze di un glorioso passato per un migliore futuro

di Ernesto Bodini (giornalista scientifico)

Dopo un lungo periodo di “isolamento forzato” a causa della pandemia, anche a Torino si stanno organizzando alcuni appuntamenti culturali. Tra questi ha avuto un discreto successo la mostra “Dai medici condotti al Servizio Sanitario Nazionale“, tenutasi dal 6 al 29 maggio allo Spazio Mostre del Polo del Novecento in via del Carmine 14. L’esposizione, che ha avuto lo scopo di riportare alla luce le tappe più significative dell’evoluzione medico-santaria nel nostro Paese, e in particolare in Piemonte, comprendeva la ricostruzione del percorso che dalle antiche condotte mediche ha portato attraverso due secoli la garanzia del diritto alla salute per tutti: la promozione, la conservazione e la conoscenza di un patrimonio di strumenti, oggetti vari e documenti (sconosciuti ai più) in alcuni casi assai rari e forse unici al mondo, il cui recupero è stato provvidenziale per la continuità della sua esistenza. L’area di esposizione ha accolto inoltre il visitatore con alcuni pannelli descrittivi dell’emergenza sanitaria a partire dalla metà dell’800, in particolare con la descrizione particolareggiata sulla prevenzione e cura delle malattie contagiose dominanti in quel tempo come la malaria, la pellagra e la tubercolosi. Altri pannelli, illustrati dal dottor Franco Lupano del Centro Italiano di Storia Sanitaria e Ospitaliera (CISO), per ricordare l’introduzione nel 1978 del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), una innovazione con la quale si è abbandonata la vecchia figura del medico condotto che, per oltre un secolo, va ricordato, ha garantito la salute pubblica degli italiani. Prima della Riforma del ’78 la precedente legge sanitaria risaliva al 1888 e venne introdotta dal torinese Luigi Pagliani (1847-1932) che, con Francesco Crispi (1818-1901), è diventato il primo ministro della Sanità in Italia. Alcune vetrine hanno ospitato vari strumenti medici e chirurgici di buona fattura ed ancora in buono stato d’uso, come per esempio la macchina cuore-polmone usata per gli interventi cardiaci dal prof. Achille Mario Dogliotti (1897-1966) e l’apparecchio di ipotermia del prof. Angelo Actis Dato (1923-2012), che favoriva gli interventi a cuore aperto; il letto oscillante che facilitava la respirazione del malato di poliomielite, un microscopio elettronico per la visualizzazione di microbi e virus, ed altri strumenti ad uso clinico-ambulatoriale in dotazione al medico condotto come il misuratore della glicemia, un forcipe, le prime maschere di anestesia, i sistemi di sterilizzazione che hanno rivoluzionato la chirurgia, anche odontoiatrica. Un pannello esplicativo riguardva il senatore Stefano Perrier (1884-1956), promotore dell’istituzione del ministero della Sanità che vide la luce solo nel 1958. Più scenograficamente è stato ricostruito lo studio del medico, mobili e suppellettili rigorosamente di colore bianco-avorio e ancora in buon stato; ma anche due brevi filmati riproducenti le interviste a vecchi medici: un medico condotto della Basilicata e un medico mutualista a Torino. Con questa iniziativa, curata in collaborazione con l’Archivio Scientifico e Tecnologico dell’Università di Torino (ASTUT), diretto dal prof. Marco Galloni, si è riporato alla luce un mondo ricco di significato, solo apparentemente scomparso, che ha tutte le credenziali per far nascere a Torino un Museo della Medicina, così da arricchire un patrimonio scientifico utile alle future generazioni di medici, e più estensivamente culturale per l’intera collettività.

Nella foto: la ricostruzione fedele di uno studio del medico condotto

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