A Torino altruismo e integrazione sociale tra i residenti della 7a Circoscrizione

La compagnia di San Rocco al servizio della collettività attraverso  l’opera di volontariato guidata dal presidente Antonio Sinicropi

Un nutrito gruppo di volontari, giovani e meno giovani, fa parlare di sé nel vasto quartiere della 7a Circoscrizione torinese da quasi cinque lustri. Spirito di grande solidarietà e di intraprendenza li accomunano per organizzare intrattenimenti ludici e culturali, con l’obiettivo di sensibilizzare la collettività al bene comune per un continuo crescere sociale e civile. Per conoscere più da vicino questa “realtà” cittadina abbiamo avvicinato il loro presidente Antonio Sinicropi, calabrese di origine ma da molti anni a Torino, dove ha trovato lavoro come commerciante, ampliando nel contempo i suoi orizzonti verso il mondo della solidarietà: spontanea, dal calore umano (come sa trasmettere la gente della sua terra natia) dal quale traspare sempre il sorriso in tutti quei volti sereni che animano l’associazione.

 

Signor Sinicropi, qual è la filosofia del volontariato che può “giustificare” l’unione di più persone per un fine comune?

“Il concetto di socializzazione, se ben impresso, ritengo che sia alla base della nostra filosofia; il rendersi disponibili per la gente del quartiere e di chi intende farsi avvicinare: tutti si ha bisogno l’uno dell’altro, soprattutto le persone che versano in condizioni di particolare disagio, e anche se non sempre si riscontra unanimità, il nostro imperativo ci “impone” la perseveranza nel condividere interessi comuni e nel sostenere chiunque abbia bisogno.”

Lei ritiene che per esercitare attività di volontariato sia sufficiente la spinta interiore, oppure è necessario stabilire delle regole di tipo legislativo?

“Se ogni azione, oltre che spontanea, rispetta determinate regole per la comune convivenza e solidarietà, non può che trovare riscontri per una buona crescita sociale, culturale e civile ed essere esempio per tutta la collettività.”

Secondo la sua esperienza il concetto di volontariato tende ad essere più presente o a diminuire nei giovani?

“Purtroppo nei giovani tende a diminuire perché, a mio parere, sono maggiormente “motivati” (anche) per avere una certa visibilità (esteriore); un orientamento questo, che li allontana dal vero credo, dalla spontaneità e soprattutto dalla concreta solidarietà umana e partecipativa.”

Quali sono i rapporti tra gli associati e i cittadini del vostro Quartiere?

“Generalmente soddisfacenti, anche grazie alle iniziative della nostra Parrocchia, attraverso le quali cerchiamo di coinvolgere tutti i residenti e quanti si vogliono avvicinare a noi, ma soprattutto le persone più “fragili” o “emarginate” come i disabili e gli anziani. Un modo di porci, il nostro, che non lascia spazio all’emarginazione e al pietismo, bensì al rispetto della dignità della persona e quindi di quei valori umani che, in termini più “filosofici”, rappresentano l’etica del buon vivere in comunità.”

Cosa vi proponete per il futuro?

“A parte le diverse iniziative di intrattenimento per la festa patronale (il primo weekend di luglio di ogni anno) è nostro intendimento continuare a programmare azioni di stimolo per la solidarietà, come quella volta ad intrattenere gli anziani nelle case di riposo, dedicando loro alcune ore di spensieratezza, esprimendoci con un sorriso ricambiato con una semplice richiesta: quando tornate? Inoltre, intendiamo incrementare spontanei contributi per la ricerca scientifica, e sostenere l’associazione “Fabulinus” che da anni si prodiga per la lotta contro la pedofilia”.

 

Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)

 

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