A MILANO ULTIMA GENERAZIONE BOICOTTA CARREFOUR

– Questa mattina, quattro persone aderenti alla campagna Il Giusto Prezzo di Ultima Generazione hanno preso parte a un’azione presso il supermercato Carrefour a Milano, in Viale Monza 134. Dopo aver fatto la spesa normalmente, hanno bloccato simbolicamente le casse e fatto un discorso : un gesto semplice ma potente per ivitare a boicottare la grande distribuzione organizzata (GDO). L’obiettivo è chiaro: raccogliere almeno 100.000 adesioni entro l’11 ottobre, per lanciare un boicottaggio nazionale e produrre una pressione economica visibile.
Simona 28 anni ha dichiarato: So che è inusuale farlo così, ma penso che ci sia una cosa molto importante da sapere: questo supermercato collabora con il genocidio in Palestina. Carrefour è coinvolto nella guerra in Palestina. Boicottiamo questo posto; aderite al boicottaggio perché insieme siamo una forza
Questa azione fa parte di una serie di azioni avvenute in diverse città italiane, L’Aquila, Foligno, Sassari, Bologna, Torino, Roma. A Roma a quattro persone è stato impedito di entrare in un’Esselunga. In altre città, personale della Digos era presente e ha provveduto a identificazione e controlli. Una pressione preoccupante nei confronti di manifestazioni totalmente pacifiche e nonviolente. All’indomani dell’approvazione del Dl Sicurezza stanno già pensando a nuovi modi per criminalizzare le forme di protesta?
LE RAGIONI DEL BOICOTTAGGIO
Le ragioni per boicottare la GDO sono molteplici. Da un lato, schiaccia gli agricoltori italiani con prezzi insostenibili, già messi in ginocchio dalla crisi climatica. Dall’altro, come abbiamo voluto evidenziare oggi, Carrefour è complice del genocidio in Palestina, attraverso rapporti economici con aziende israeliane coinvolte nell’occupazione dei territori palestinesi.
Quella in corso a Gaza e in Cisgiordania non è solo una violazione dei diritti umani, ma una strategia deliberata di annientamento del popolo palestinese: attacchi militari indiscriminati, colonizzazione, regime di apartheid, uso della fame e dell’acqua come strumenti di guerra. L’azione di oggi si collega direttamente alla manifestazione nazionale per la Palestina che si tiene a Roma, e rilancia un messaggio chiaro: non possiamo restare complici. In un momento in cui il governo israeliano guidato da Netanyahu intensifica l’uso sistematico della fame come arma, è fondamentale prendere posizione concreta anche qui, in Italia, contro tutte le aziende che collaborano con questo sistema.
Carrefour non è neutrale. Come consumatori, possiamo scegliere di non alimentare con i nostri acquisti la violenza, la speculazione e la distruzione. Per questo, invitiamo tutte e tutti a firmare l’impegno al boicottaggio in vista dell’autunno: per la giustizia climatica, economica e sociale. Per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Per la Palestina.
CONTRO CARREFOUR E CONTRO LA GRANDE DISTRIBUZIONE, PER IL GIUSTO PREZZO
Dal 2022 la multinazionale francese ha avviato un franchising con la società israeliana Electra Consumer Products e la sua controllata Yenon Bitan, entrambe attive nelle colonie israeliane illegali. Sugli scaffali dei punti vendita della Yenon Biten, in territori occupati illegalmente, si trovano prodotti Carrefour; “inoltre – ricorda il movimento BDS – il Gruppo Carrefour e le sue filiali locali sostengono apertamente l’esercito di occupazione israeliano nel massacro che si sta svolgendo a Gaza, consegnando razioni alimentari ai suoi soldati. Ciò costituisce un sostegno logistico al genocidio dei palestinesi a Gaza”. Quello di Carrefour è l’estremo di un sistema, quello della grande distribuzione organizzata che è già basato sullo sfruttamento e delle persone e degli ecosistemi; un sistema che da un lato si basa sullo sfruttamento dei lavoratori e, nel caso dei prodotti agro-alimentari – di braccianti e piccoli produttori – con la cronaca che lo ricorda continuamente, dall’altro si arricchisce sempre di più, come indica un recente report dell’area commerciale di Mediobanca. Un settore che chiude il 2024 con 113 miliardi di fatturato (+3% rispetto all’anno precedente) con i margini di guadagno ai massimi dal 2019.
La campagna lanciata oggi è semplice: se entro l’autunno raccoglieremo 100.000 adesioni, da ottobre partirà un boicottaggio organizzato contro i supermercati, per chiedere al governo il taglio dell’IVA sui beni essenziali, finanziato con un prelievo sugli extraprofitti delle grandi aziende responsabili della crisi climatica. Il boicottaggio è una tattica di pressione collettiva che può funzionare: in Croazia ha portato il governo a calmierare i prezzi. Colpendo economicamente e mediaticamente la GDO, possiamo spingerla a sostenere la nostra richiesta. Non toglie responsabilità alla grande distribuzione, che è uno dei settori più potenti e meno trasparenti del Paese: mentre milioni di famiglie e agricoltori subiscono l’inflazione climatica, i colossi del commercio aumentano profitti e potere, scaricando i costi su chi è più fragile. Il boicottaggio sarà complementare alle altre forme di disobbedienza civile già praticate da Ultima Generazione: non è una rinuncia, ma un passo in avanti verso una partecipazione di massa, accessibile, determinata ed efficace.
E se smettessimo di fare la spesa tutti assieme?
Fallo anche tu: https://vai.ug/boicottaggio