Si parla di vaccinazioni ed è bene continuare a tutela della salute pubblica

medici si vaccinano

di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)

convegno sui vaccini a NovaraNon ci sono scusanti: le vaccinazioni non sono un “optional” in mano alla Medicina, ma una sostanziale e concreta arma per prevenire determinate malattie infettive. E nonostante le rassicurazioni del nostro Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), la schiera dei cosiddetti antivaccinisti (in taluni casi veri e propri detrattori) continua a remare contro… Eppure, la storia insegna, o dovrebbe insegnare, perché notevoli sono state le tappe che hanno suggellato la sconfitta di alcune malattie epidemiche come il vaiolo, il tifo, la tubercolosi, la rabbia, la poliomielite, etc. grazie alla realizzazione dei relativi vaccini. Ma come arginare questa piaga della “non corretta cultura” delle vaccinazioni che direttamente, o indirettamente, dall’inizio dell’anno ad oggi, ad esempio, ha causato nel nostro Paese oltre 1.600 casi di morbillo? Per non parlare dei casi di meningite, sia pur sporadici, la cui causa è addebitabile alla non profilassi. A riguardo recentemente in varie località piemontesi si sono organizzati incontri pubblici, ma purtroppo molto occasionali e a macchia di leopardo, mentre a mio modesto parere non solo si dovrebbe intensificare una informazione verbale (e non solo scritta) a tappeto e itinerante sul territorio, ma promuovere un’azione politica al fine di rendere obbligatorie le vaccinazioni per le più importanti patologie infettive. È indubbio che si tratta di una coercizione che in qualche modo “stride” con il secondo capoverso dell’art. 32 della Costituzione che recita: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

Il 7 aprile scorso a Novara un gruppo di medici ha partecipato alla tavola rotonda (moderata da chi scrive) sul tema “Parliamo di Vaccinazioni”, organizzata dai vari Enti Istituzionali e Sanitari, nel corso della quale gli interventi hanno riguardato la storia dei vaccini, le coperture vaccinali nell’infanzia e nell’adolescenza, il nuovo Piano piemontese delle vaccinazioni, la prevenzione in ambito pediatrico, le “bufale”, la comunicazione nell’era del web 2.0, la posizione dei medici di famiglia, la collaborazione intra-aziendale tra risposte reali e “false” emergenze, il ruolo della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici in tema di vaccinazioni. In particolare il dott. Domenico Careddu, pediatra e segretario nazionale della Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) ha spiegato: «Le vaccinazioni rappresentano attualmente l’arma preventiva più efficace nei confronti di malattie infettive causate da virus o batteri. Sebbene, infatti, queste infezioni siano meno numerose di un tempo (proprio grazie ai vaccini), per alcune di esse, qualora dovessero essere contratte, la terapia può risultare difficile o solo parzialmente efficace, con conseguenti possibili complicanze ed esiti anche gravi. Alcune malattie, quali la meningite, possono addirittura risultare mortali, a causa della loro aggressività a carico di diversi organi ed apparati; queste malattie hanno peraltro un maggior picco d’incidenza nei primi anni di vita, e questo fatto, unitamente ad una maggiore risposta del sistema immunitario in tale periodo, fa sì che sia opportuno e maggiormente efficace, vaccinare i bambini a partire dal terzo mese di vita». Gli ha fatto eco il prof. Gianni Bona, direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’Università Piemonte Orientale (Novara), affermando: «La situazione è grave perché sia in Piemonte che in Italia c’é stata una flessione preoccupante delle vaccinazioni. Per fortuna Novara fa eccezione». Una vera e propria approfondita esposizione di interventi particolarmente aggiornati che, purtroppo, ha raggiunto un numero esiguo di pubblico…

Libero ZanninoCome pure scarsa è stata l’affluenza (per l’European  Immunization Wee) all’incontro sul tema “Vaccinazioni oggi”, tenutosi nella sede della Croce Verde di Torino il 21 aprile a cura di alcuni Lions Club (coordinato dal dott. Libero Zannino, pediatra emerito) nell’ambito del Service Promozione della cultura delle vaccinazioni, nel corso del quale è intervenuta la prof.ssa Carla Zotti del Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche dell’Università di Torino, che ha illustrato “Il Piano Nazionale per la Prevenzione Vaccinale 2017-2019 ed i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea)”; un capitolo che, pur complesso e articolato, regola le procedure per la tutela della nostra salute. Ha fatto seguito l’intervento di Leonardo Micheletti, professore al Dipartimento Discipline Ginecologiche Ostetriche dell’ospedale Sant’Anna dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, illustrando in modo dettagliato e divulgativo l’argomento “Vaccinazioni Anti-papilloma virus. Realtà e prospettive”; specificando ad esempio che il vaccino contro l’HPV permette di prevenire alcune forme di cancro alle mucose genitali, sia nelle donne che negli uomini; in particolare immunizza contro i virus che causano il 70% dei carcinomi uterini. E che le vaccinazioni riguardano ogni anno migliaia di persone in ogni nazione e milioni di persone nel mondo, in considerazione anche del fatto che gli eventi avversi gravi sono eccezionali.

medici si vaccinanoMentre nel novembre scorso, ad Alessandria, l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia ha organizzato un evento pubblico sul tema “La cultura delle vaccinazioni. I medici si vaccinano contro l’influenza”; personalmente invitato a ricordare la figura e l’opera del prof. Albert B. Sabin (1906-1993), cui ha fatto seguito una breve tavola rotonda tra esperti a confronto sulla situazione vaccinale, per poi concludere (sia pur provocatoriamente) con la “plateale” autovaccinazione contro l’influenza da parte di tutti i medici presenti. Iniziative popolari lodevoli e significative non solo dal punto di vista dell’attualità, ma anche da quello della disponibilità di professionisti che, a ragione e con vigore, rigettano qualunque tipo di sottintesa “interessenza” con destinatari in ambito farmaceutico. Voce, questa, che talvolta emerge da alcuni antivaccinisti il cui grado di responsabilità morale e civile non fa che alimentare disorientamento e, a ricaduta, ulteriori danni per la salute pubblica. Ma anche la letteratura può venire in aiuto, poiché pare un possibile ritorno della poliomielite anche in Europa, considerando che dal 2012 vi sono focolai del virus in Afghanistan, Pakistan e Nigeria. La ri-lettura di “Nemesi” (Ed. Einaudi, 2012,) di Philip Roth (1933) lo scrittore americano famoso per aver vinto il Premio Pulitzer nel 1997, e autore di molte altre pubblicazioni, è un romanzo, ambientato a Newark (New Jersey – USA) con il quale l’autore rinnova la sua estrema capacità narrativa descrivendo l’epidemia della poliomielite che nel 1944 ha colpito la sua città. Una epidemia atroce che il virus responsabile (The Crippler (“Lo storpiatore”), come era chiamato dagli americani, mieteva vittime soprattutto in estate, solitamente bambini in età prescolare e che in gran parte restavano paralizzati oltre a numerosi decessi. In particolare lo scrittore narra la struggente vicenda di Bucky Cantor, un animatore di campo giochi che conduce una strenua battaglia contro la terribile malattia. La voce narrante Arnold Mesnikoff e Buchky Cantor erano entrambi vittime dell’epidemia di polio, ben prima che il vaccino ponesse fine a questa tragedia che ha interessato molti Paesi del mondo. Un romanzo che consiglieri anche alle future generazioni di medici poiché, come è ovvio, sapere e non sapere fa sempre la differenza!

 

Nella foto in alto uno scorcio della tavola rotonda a Novara (foto di Davide Margaria); al centro il dott. Libero  Zannino (foto di Faliero Bossolesi); in basso un medico di Alessandria si fa vaccinare da un collega (foto a cura dell’organizzazione).

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