Partecipazione ed eutanasia: altri diritti negati… e proclamati a Cagliari

Andrea Pubusa mentre parla al microfono

La battaglia del Presidio di Piazzale Trento, il diritto all’eutanasia e il Manifesto dei diritti umani sono gli altri temi affrontati nell’incontro “I diritti negati, salute mentale, carceri e ospedali psichiatrici giudiziari”, organizzato il 10 dicembre 2014 a Cagliari.

di Marcella Onnis

Lo scorso 10 dicembre si è svolto a Cagliari l’incontro “I diritti negati, salute mentale, carceri e ospedali psichiatrici giudiziari”, organizzato dall’Associazione sarda per l’attuazione della riforma psichiatrica (Asarp), dal Comitato sardo Stop OPG, dalla cooperativa sociale “Giardino di Clara” e dalle altre organizzazioni che hanno aderito alla terza edizione del “Mese dei diritti umani”.

Gisella Trincas accanto a una rappresentante del Presidio Piazzale Trento che legge un comunicatoIL PRESIDIO DI PIAZZALE TRENTO NON SI FERMA – L’evento è stato occasione per ribadire anche altri diritti negati, in linea con lo spirito della manifestazione, volta a rivendicare “il diritto ad avere diritti”. Per tale ragione, durante l’incontro, è stata data la parola a una rappresentante del Presidio di Piazzale Trento (nella foto accanto a Gisella Trincas), uno dei soggetti organizzatori di questa edizione del “Mese dei diritti umani”. Il movimento è nato nel novembre 2011 per rappresentare la drammatica situazione sociale dei cittadini sardi e ha preso il nome dal luogo che ha occupato, in cui da anni porta avanti la sua attività. Recentemente, il presidio ha ricevuto un’ordinanza di sgombero immediato dalla Regione, proprietaria dell’area occupata (una parte, non particolarmente estesa, dei parcheggi di piazzale Trento). In tale occasione, dunque, ha voluto protestare contro questa grave decisione, rimarcando il silenzio delle istituzioni davanti alle loro istanze (l’unico atto concreto, potremmo dire, è stata questa ordinanza di sgombero). Un silenzio cui, però, ha fatto da contraltare in questi anni l’acceso confronto tra i cittadini, sviluppatosi in questo spazio pubblico di partecipazione. «Il presidio è un luogo di libertà» ha affermato la portavoce, per cui «abbiamo il dovere di sostenere e proteggere questo spazio come unica vera salvaguardia dei nostri diritti».

Antonello Murgia mentre parla al microfonoIL DIRITTO ALL’EUTANASIA – A un altro diritto negato ha dato voce Antonello Murgia del Comitato sardo Stop OPG, leggendo un estratto della recente lettera aperta di Walter Piludu, malato di sclerosi laterale amiotrofica (SLA). In questa lettera, Piludu invoca il diritto a usufruire dell’eutanasia nel nostro Paese. A seguito di profonda riflessione e proficuo confronto, il comitato promotore del “Mese dei diritti umani”, ha annunciato Murgia, elaborerà un documento da presentare alle autorità competenti. Tale documento esporrà la convinzione che il Parlamento debba occuparsi del problema del fine vita e  dare l’opportunità a chi lo chiede di poter porre fine alla sua esistenza.

IL MANIFESTO DEI DIRITTI UMANI – Il comitato ha, inoltre, elaborato un Manifesto dei diritti umani che – ha spiegato Gisella Trincas, presidente dell’Asarpvorrebbe far sottoscrivere alle istituzioni con la rassicurazione che agiranno in linea con esso. Il documento è stato illustrato dal prof. Andrea Pubusa, che ha collaborato alla sua stesura e che ha comunque precisato che, per ottenere questi risultati, basterebbe che i rappresentanti delle istituzioni rispettassero il giuramento di fedeltà alla Costituzione da loro prestato: «il manifesto, infatti, riprende e sintetizza ciò che la Costituzione contiene». Peraltro, ha ricordato Pubusa, quest’ultima e la Dichiarazione universale dei diritti umani sono entrate in vigore lo stesso anno.

Andrea Pubusa mentre parla al microfonoPerché, dunque, l’esigenza di ribadire quanto già affermato dalla nostra Carta costituzionale? Perché «siamo in una fase in cui questi diritti sono sotto attacco» ed è quanto mai evidente la distanza tra la Costituzione formale e la cosiddetta Costituzione materiale, ossia – come ha ricordato anche il costituzionalista Daniele Piccione – tra le dichiarazioni contenute nella Carta (programmatiche e non prescrittive) e ciò che ai singoli viene effettivamente garantito. «Mentre nei decenni passati (dagli anni ’50 ai ’70) quei diritti hanno trovato sviluppo in leggi fondamentali (statuto dei lavoratori, legge sul divorzio, legge sull’aborto, riforma psichiatrica e penitenziaria…), oggi ci troviamo in una fase regressiva, in cui queste conquiste sono sotto tiro» ha ribadito Pubusa.

Il Manifesto include dieci punti che sono stati letti e commentati dal professore. Rimandandovi alla lettura del documento completo sul sito di Ondecortenews, vi riportiamo alcuni di questi punti:

–          “ribadire il carattere democratico dell’ordinamento e della sovranità popolare (art.1), minato dalle leggi elettorali-truffa, fortemente maggioritarie”;

–          “mettere al centro dell’ordinamento il lavoro: la Repubblica è fondata sul lavoro (artt. 1 e 4)”, perché, ha detto Pubusa, «oggi si scambiano per riforme l’eliminazione di diritti frutto delle conquiste passate»;

–          “rimettere la cultura e la ricerca scientifica come elemento fondamentale dello sviluppo del Paese (art.9)”;

–          “rilanciare la scuola pubblica e il diritto all’istruzione come fattore di crescita individuale e collettiva, come strumento essenziale di eguaglianza e come diritto che consente l’accesso agli altri diritti (art. 34)”;

–          “rilanciare la libertà di stampa e di manifestazione del pensiero e il diritto ad una corretta informazione (art.21)”;

–          “contrastare un indirizzo economico sempre più affidato ad organismi sovranazionali non elettivi (FMI, BCE, etc.), espressione del grande capitale finanziario, e sempre più lontani dalle esigenze della collettività, rivitalizzando i principi dell’art. 41”.

logo del Mese dei diritti umaniRiguardo agli ultimi punti, Pubusa ha anche evidenziato come «apparentemente ci sia un grande dibattito politico», ma come, in realtà, ci sia «quasi un unico indirizzo».
Alla luce di tali obiettivi e considerazioni, il “Mese dei diritti umani” vuole «essere un momento di impegno e di lotta per questi grandi principi».

APPUNTAMENTO AL 2015 – L’anno prossimo l’appuntamento con la manifestazione sarà rinnovato, nel frattempo proseguirà l’attività di informazione legata alla terza edizione: la cooperativa sociale “Il Giardino di Clara”, infatti, curerà la pubblicazione degli atti dell’incontro del 10 dicembre e ha già reso disponibili i video degli interventi sul canale Youtube del suo Studio editoriale Typos.

 

Le bellissime foto sono di Stefania Meloni dello studio editoriale Typos – Cooperativa sociale “Il Giardino di Clara”, che ringraziamo per avercene generosamente concesso l’uso.

 

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