“La valigia del Rosso”, antologia di viaggi nel e per l’anima

copertina dell'antologia La valigia del Rosso

copertina dell'antologia La valigia del Rossodi Marcella Onnis

«[…] qualunque sia la meta che noi scegliamo, un viaggio ci assomiglia e ci riflette e ciascuno visita soltanto i luoghi per i quali possiede il biglietto.» Questo passaggio del racconto “I viaggi” di Adele Costanzo racchiude l’essenza de “La valigia del Rosso – dodici storie di bagagli, di arrivi e partenze”.

Si tratta della prima antologia dell’associazione culturale ChiPiùNeArt, edita al termine del suo primo concorso letterario. La prima sezione del premio era, infatti, riservata a racconti inediti sul tema “ I racconti della valigia”.

Se ho trovato nelle parole di Adele Costanzo l’essenza della raccolta è perché i dodici autori (oltre a lei, Angela Catalini, Anna D’Alesio, Lorella De Propris, Teresa Di Sario, Franca Figliolini, Valerio Franchina, Fulvio Musso, Adriana Pedicini, Maria Milena Priverio, Livia Rocco e Corrado Roda) hanno saputo esprimere più modi di intendere e vivere il viaggio, ma anche svariati luoghi, fisici o meno, verso cui viaggiare… o da cui scappare. Ma tutti, a ben guardare, guidano il lettore lungo un viaggio dentro l’anima.

Tutti i brani sono di buon livello e ognuno risulta interessante a suo modo, sia dal punto di vista prettamente letterario che dal punto di vista dei contenuti.  Ci sono racconti che fanno sognare, sorridere, divertire o commuovere (anche contemporaneamente) e ci sono storie che stupiscono, altre invece che scuotono se non addirittura sconcertano.

“La valigia del Rosso” è sicuramente una raccolta utile per riflettere, in particolare sul nostro egoismo e sulla nostra indifferenza. Così, ad esempio, ci invita a fare Lorella De Propris con il suo racconto “Una conchiglia rosata”: «La gente vive pensando ai fatti propri e quando stai male è come se vedessero in te la terribile possibilità che questo male possa colpire anche loro, e così ti scansano, ti trattano come un’appestata». Ma ancora di più turbano le parole di Adriana Pedicini in “Un viaggio senza fine”: «Più in là i corpi deturpati da antiche malattie e volti stravolti da alcol e droghe di pessima qualità creavano come una via Crucis di dannati destinati a condividere la sofferenza del Golgota tra l’indifferenza della gente comune. Molti di essi non avrebbero visto l’alba schiarire il cielo del giorno successivo».

Non è però un’antologia che si limita a bacchettarci, anzi, molto ci insegna con parole di incoraggiamento, come quelle del bellissimo racconto finale di Corrado Roda, intitolato “Quante cose hanno viaggiato con me”: «L’attesa però non viaggia mai da sola, l’accompagna lungo la strada un’amica fidata, inseparabile: la speranza. Le ho conosciute che ero già grande e mi hanno indicato un sentiero e un luogo verso il quale dirigermi, mi hanno insegnato a non osservare la linea dell’orizzonte, lontana e irraggiungibile, ma a guardare più vicino, a fare un giro su me stesso per scoprire ciò che avevo intorno: impegnato com’ero a osservare le lunghe distanze, non avevo mai messo a fuoco la mia prossimità».

Chi ha voglia di intraprendere questi dodici viaggi, può farlo con una minima spesa. Le informazioni utili per acquistare l’antologia sono disponibili sul sito di ChiPiùNeArt.

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