Il ruolo del volontariato: “Dalla parte di Abele”

Dopo l’intervista al Dott. Ernesto Bodini  in cui abbiamo dato spazio anche al tema del volontariato, pubblichiamo oggi un interessante contributo sull’argomento inviatoci da Giampiero Maccioni (presidente dell’Associazione Sarda Trapianti “Vita Nuova Onlus”, intitolata alla memoria del Dr. Alessandro Ricchi):


IL RUOLO DEL VOLONTARIATO:

“DALLA PARTE DI ABELE”

 Perché ritengo che “l’economia della salute è per l’uomo” e non sono ammesse deroghe se si vuole stare sempre e dovunque “Dalla parte di Abele!”

 

Significativo e accattivante titolo del libro di Raniero La Valle che mi teneva compagnia e mi consentiva di portare in alto la riflessione esistenziale, relativizzando e superando le vicissitudini della mia prima esperienza di vita in corsia, nel lontano 1973.

Affrontare perciò il dibattito sul ruolo del volontariato nella società che cambia mi sembra di assoluta  attualità per  tenere sempre presente e riscoprire l’unico destinatario delle attività del volontariato : l’UOMO.

Prendo lo spunto dal convegno di Luca del 23 Febbraio u.s. dove “Il volontariato italiano  ritorna  protagonista” nella seconda edizione del “ Villaggio Solidale”.

Si è parlato in quella occasione del ruolo del volontariato nei cambiamenti del welfare, con un’articolata riflessione sui contesti regionali, del ruolo del volontariato per l’integrazione, di immigrazione, di protezione civile, del volontariato italiano in rapporto al contesto europeo.

Tra gli appuntamenti  il ciclo di laboratori gratuiti di comunicazione sociale “Re-imparare a comunicare”, rivolto ai comunicatori del non profit e, negli stessi giorni, il primo convegno nazionale del progetto “Spazio comune”, un sistema di laboratori che promuove iniziative di cittadinanza attiva.

http://www.centrovolontariato.net/vs2012/2012/02/il-volontariato-protagonista-a-villaggio-solidale-2012-la-conferenza-stampa/

In particolare ritengo priortario un ritorno alle origini ed ai valori di questa vitale risorsa anche con la riscoperta della carta dei valori del volontariato (elaborata da Don Tonino Bello e da Don Luigi Ciotti). Tutto ciò nel tentativo di coinvolgere, anche con lo strumento mediatico del mio giornale, quelli che non hanno voce  , anche in periferia,    e meglio precisare il significato specifico del volontariato nel quadro delle politiche sociali, proiettate nel futuro.

Sono questi, a mio modesto parere, importanti contributi  al dibattito in corso per riconsiderare e valorizzare la risorsa vera del volontariato che talvolta strumentalmente degenera, trascurando i fondamenti del suo essere, quali  la  gratuità intesa non solo come assenza di guadagno, ma come distacco da forme di potere, indifferenza rispetto a rendite di posizione, assenza di vantaggi personali ecc..

A questo proposito Luciano Tavazza (*), In un’intervista del 1998, diceva che in un terzo settore sempre più variegato «il nostro compito oggi è più che mai quello di educare le coscienze, di formare nuove generazioni di volontari, di tutelare i diritti non ancora riconosciuti dei cittadini, di promuovere esperienze di scambio tra chi si impegna a rendere migliore la nostra società, di dare un’anima al non profit».

 

IL VOLONTARIATO IN ITALIA TRA LUCI ED OMBRE

 

La stima del numero dei volontari

Sulla dimensione della partecipazione volontaria sono molte le stime che vengono fatte o le ricerche che tentano di comprendere questo fenomeno.

Si può partire dagli oltre 7 milioni ai 4 milioni di volontari, con forti oscillazioni che risentono delle diverse impostazioni di ricerca. Tuttavia i dati evidenziano un trend incrementale del fenomeno.

Le principali ricerche che hanno cercato di monitorare il fenomeno del volontariato organizzato in Italia sono quelle realizzate dalla Fivol (Fondazione Italiana per il Volontariato) e dall’Istat (Istituto Italiano di Statistica).

 

Quanti sono i volontari e chi sono?

In Italia l’8% della popolazione dai quattordici anni in su (4 milioni di persone circa, dati ISTAT 2002) svolge attività di volontariato.

Partendo dai dati dell’indagine ISTAT il volontario è maschio, laureato, con un’età compresa tra i 25 e i 54 anni con un titolo di studio medio alto (laurea o diploma). Infine, la maggior parte dei volontari è di età compresa tra 25 e 54 anni, ma con l’aumento dell’età, crescono i volontari ultra 55enni.

Confrontando i dati alla luce delle recenti ricerche presentate al convegno internazionale  di Lucca del Novembre 2009 ( “Il Volontariato in Europa: la ricerca come strumento per scegliere”) emergono dati diversi perché fondati sulla ridefinizione del concetto di volontario). http://www.vita.it/news/view/97515  Si ha così una situazione più rispondente ai valori ispiratori della carta del volontariato e i risultati della ricerca riducono di circa l’80%  la popolazione dei volontari :

  • in Italia  diventano 826 mila, circa : l’1,37% degli abitanti,
  •  21 mila le associazioni di volontariato impegnate per lo più nel settore socio-assistenziale, ma anche in ambiti come la protezione civile e la tutela dell’ambiente.

Negli ultimi dieci anni comunque il volontariato in Italia è cresciuto in maniera rilevante. Dalla prima rilevazione del 1995 alla più recente, diffusa dall’Istat nel 2005 e riferita al 2003, l’incremento del numero delle associazioni è stato del 152 per cento. In valori assoluti si è passati da 8.343 a 21.021 unità.

Per ogni organizzazione che in questi anni ha cessato la sua attività ne sono state iscritte negli appositi registri regionali più di 10.

 

Tutto ciò però messo anche in relazione all’Europa, l’Italia si dimostra una delle realtà meno virtuose, rispetto alla capofila Svezia, che vede la metà dei propri cittadini impegnata in attività di volontariato, e ad una media europea che conta un 30% di volontari sulla totalità della popolazione, Tra gli 826 mila volontari italiani il 54% è composto da uomini, il 46% da donne, per lo più di età tra i 30 e i 54 anni.

 

Giampiero Maccioni

(curriculum)

 

(*)Luciano Tavazza è stato presidente della FIVOL-Fondazione italiana per il volontariato- fondatore e per lunghi anni presidente del MoVI, (Movimento di volontariato italiano).

1 thought on “Il ruolo del volontariato: “Dalla parte di Abele”

  1. Un grazie di cuore a te Marcella e a tutta la redazione per tutto quello che fate, per il servizio reso alla causa della valorizzazione dei valori delle risorse umane, talvolta nascoste, e che sono invece presenti nella nostra società e sono “il sale della terra” che mantiene anche nei giovani una SPERANZA ed un FUTURO!
    Grazie per il dono prezioso della vostra amicizia e del servizio reso al volontariato.Mentre scrivo la mia mente mi riporta al grande amico e maestro del volontariato italiano del dopoguerra, prematuramente scomparso nel nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2000, a 73 anni, dopo una lunga malattia affrontata con coraggio e fede cristiana.
    Dopo il primo incontro a Roma nel 1992 – dove mi pregava di fondare una sezione sarda del MoVI Movimento di Volontariato Italiano da lui fondato – diverse volte, ho avuto l´opportunità di ascoltare i suoi contributi ricchi e stimolanti per la crescita di una società civile ispirata ai valori della solidarietà, della sussidiarietà e della gratuità : “… operiamo con giustizia nella città attuale costruendo la città futura con tutto l´amore, la poesia, la bellezza e la qualità della vita di cui lo Spirito ci rende capaci…” .
    Voglio chiudere questo commento con le parole dalla moglie Nilla Manzi Tavazza pronunciate a Roma il 16 gennaio del 2002 alla presentazione postuma del libro “Dalla Terra Promessa alla Terra Permessa”: Questo contributo alla memoria vuole essere nell’intenzione di Luciano un dono a tutto il volontariato, il dono di una tenace, caparbia, operosa speranza, una speranza possibile, e che è possibile con il contributo corresponsabile di tutti indistintamente nel nostro quotidiano impegno di solidarietà per poter passare da una “terra promessa” di future riforme alla “terra permessa” per ogni persona, per tutte le persone del mondo, in particolare per tutte quelle escluse dai diritti umani di cittadinanza.” http://www.edscuola.it/archivio/handicap/tavazza.html
    Giampiero Maccioni

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