Il Premio Cesare Pavese, prestigiosa manifestazione culturale giunta alla XXXI edizione

cesare pavese seduto alla scrivania mentre legge da un foglio che tiene in mano

Un premio all’insegna della continuità culturale con  opere edite e inedite nella più serena e unanime selezione

 

di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)

La facciata principale del museo-casa natale di Cesare PaveseHa sempre saputo imporsi tra le molteplici proposte letterarie, con la costanza e la genuinità che le sono congeniali. Stiamo parlando del “Premio Cesare Pavese 2014”, giunto alla sua XXXI edizione, organizzato dal Centro Pavesiano Museo Casa Natale (Cepam), una associazione che dal 1976 è impegnata a diffondere le opere del poeta e scrittore langarolo (1908-1950), e a fornire impulso allo sviluppo culturale e socio-economico del territorio. La cerimonia, dai molteplici riconoscimenti, si è tenuta sabato scorso nella sede del Museo Casa Natale Cesare Pavese di Santo Stefano Belbo (Cn) alla presenza del sindaco Luigi Genesio Icardi e di un folto pubblico.

Molte le proposte editoriali (edite e inedite) pervenute alla “severa” attenzione della Giuria, presieduta dalla prof.ssa Giovanna Romanelli (già docente alla Sorbona), coadiuvata dal presidente della manifestazione Luigi Gatti (presidente del Cepam). Per la Narrativa il riconoscimento è andato a Salvatore Sarrubbi (Padova) con il racconto “La mosca”; per la Poesia, Stefano Colli (Grosseto) con la composizione “Terra”; per la Saggistica, Francesco Palmieri (Torre Annunziata – Na) con il saggio “La “collana viola”: le lettere di Cesare Pavese a Ernesto De Martino non pubblicate da Pietro Angelini”; e a pari merito per questa sezione Maria Concetta Trovato (Ragusa) con “L’ombra di Dante nei Dialoghi con Leucò”. Per la Narrativa piemontese il riconoscimento è andato a Tiziana Delsale (Novara) con un vivace bozzetto naturalistico intitolato “Inturnu”; per la Narrativa piemontese, Candida Rabbia (Cuneo) con il breve racconto “Nóst tóch ëd giardin”. Il premio per la Saggistica piemontese è andato a Primo Culasso e Silvio Viberti, con l’opera “Rastlèire. Vocabolari d’Alba, bra, Langa e Roé” (Vocabolario illustrato di Alba, Bra, Langhe e Roero); un premio per i Lavori scolastici è stato invece riconosciuto  a Emanuele Danielli (Castello di Annone – At) per l’opera “L’Italia bella, fragile con le periferie da rammendare”, un piccola tesi di maturità.

cesare pavese seduto alla scrivania mentre legge da un foglio che tiene in manoUna sezione, ormai più che ricorrente, quella dedicata ai medici scrittori, quasi tutti aderenti all’AMSI (Associazione dei Medici Scrittori Italiani). Il prestigioso riconoscimento ha visto premiati Michele Di Mauro (Lanciano – Ch), con il romanzo edito “L’uomo-carbone”; per la Narrativa inedita, Gianfranco Morino (Acqui Terme – Al) con il racconto “Il guaritore tradizionale”; per la Saggistica edita, Ezio Del Ponte con l’opera “Emicrania e biliardo. Viaggio tra neuroscienze, emicrania e sport” (che tra l’altro abbiamo recentemente recensito su queste pagine); per la Saggistica inedita, Gaetano Mazzilli (Statte – Ta) con l’opera “La maledizione dei Borgia”. Una ulteriore sezione è stata quella dedicata ai medici scrittori in lingua francese, che ha visto premiati, per la Narrativa inedita, Jacqueline Zinetti (Parigi) con l’opera “L’âge tendre”; e per la Poesia inedita, Philippe Jacquet (Hyeres) con la raccolta “La ballerine e les ordres”. Due le menzioni: ad Antonino Piana (Molare – Al) con l’opera in cinque volumi, “Storia della palla pugno – Pallone elastico”; e a Nives Maria Salvo per il volume “I Prefetti della provincia di Torino”.

La manifestazione culturale ha inoltre riconosciuto alcuni premi ad “autorevoli” firme del giornalismo e della cultura nazionale e internazionale. Per la Saggistica edita, a Massimo Cacciari con l’opera “Il potere che frena”, e a Paolo Mieli con la trama di storie “I Conti con la storia”. Per la Narrativa, a Elena Loewenthal con il romanzo “La lenta nevicata dei giorni”. Un premio speciale è stato riconosciuto a Alan Friedman con il volume “Ammazziamo il Gattopardo”; e alla studentessa Cristina Maria De Panfilis (L’Aquila) il premio per la Tesi “Lingua e stile nelle opere di Cesare Pavese”, discussa nel 2013 all’Università degli Studi dell’Aquila per il corso di laurea in Lettere moderne. Un lavoro “originale” che a nostro avviso merita la citazione della motivazione del premio: “La tesi sviluppa in modo organico e accurato l’obiettivo di approfondire gli aspetti linguistici e stilistici dell’opera di Cesare Pavese, focalizzando l’attenzione su tre opere. “Ciau Masino”, “Paesi tuoi” e “La luna e i falò”, rispondenti ciascuna a tempi diversi della sua ricerca. In particolare, l’esame verte sul plurilinguismo, su monologo interiore, sulla metafora mitica di cui ci dà ragione attraverso brani opportunamente commentati. Completa e amplia l’indagine uno sguardo sull’Italia letteraria del dopoguerra e una bibliografia sapientemente misurata”.

 

Intervista a Giovanna Romanelli

Poche le proposte di poesia, ma anche un romanzo o un semplice racconto possiede sempre un ritmo poetico

 

Prof.ssa Romanelli, quando si presiede la Giuria di un Premio di importanza internazionale, che vede tra i partecipanti giovani autori, con quale intendimento vengono accolti gli stessi e magari anche aiutati ad andare avanti nel percorso della cultura?

“In realtà non è un aiuto concreto (in senso materiale), ma certamente il parteciparvi ed essere in seguito riconosciuti è una sorta di vetrina, attraverso la quale offriamo un “lavoro culturale” selezionato, ossia il riconoscimento ufficiale di opere che, tra quelle pervenute, meritano la opportuna selezione e il relativo premio (solitamente una targa)”

Tra le diverse Sezioni, da quanto tempo è stata inserita quella dei medici scrittori?

“Il Premio nasce come “Medici Scrittori” (31 anni fa) per poi diventare “Premio Letterario”, quindi questa Sezione rappresenta il nucleo originario”

Quali sono le sue impressioni, non da presidente di giuria ma da lettrice?

“Ho notato una crescita culturale, anche se nelle precedenti edizioni i partecipanti erano più numerosi; ciò nonostante anche la selezione di quest’anno è stata altrettanto… naturale, impegnando la Giuria con giudizi finali unanimi e rigorosa onestà intellettuale, a dimostrazione della validità delle opere presentate. Con un occhio critico (dall’esterno) forse è stato penalizzato l’aspetto organizzativo, ossia più carente come “vetrina”, ma quello che più interessa credo sia l’amore per Pavese e per la cultura che ha saputo trasmettere”

Va però detto che non sempre la vetrina fa l’autore…

“Ha ragione. E questo è un concetto che mi conforta…”

È noto che da un po’ di tempo si ricevono meno proposte, ossia meno autori che partecipano a queste iniziative, sia pur di notevole importanza. Perché, secondo lei?

“Sono due anni che non diamo il premio alla Poesia perché talvolta è difficile trarre dalle opere edite un testo più “adeguato” all’importanza del Premio; inoltre, non sempre i lavori soprattutto editi ci pervengono in tempo utile”

È possibile ipotizzare, tra le cause di questa carenza, anche l’ ”analfabetismo di ritorno”?

“Credo che questo aspetto possa incidere in qualche modo, probabilmente perché molti pensano si possa fare poesia magari senza aver mai letto, studiato… E vorrei ricordare che Pavese è considerato un profondo innovatore, tant’è che a suo tempo non fu apprezzato nonostante i suoi lavori abbiano fatto letteratura: anche i romanzi o i semplici racconti hanno un loro ritmo poetico”

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