Euro/Dollaro: la nostra analisi su quello che accadrà a dicembre

di redazione

Le tendenze evolutive del cambio valutario tra euro e dollaro sembrano essere ben tracciate, almeno per quanto concerne il trend di breve e medio termine. Per cercare di capirne di più, compiamo tuttavia un piccolo passo indietro, e vediamo quali sono i differenti comportamenti assunti dalla Federal Reserve e dalla Banca centrale europea, e come potrebbero orientare il cambio EUR / USD.

Iniziamo dalla Bce. L’istituto monetario di Mario Draghi ha chiaramente scelto un andamento in netta controtendenza rispetto a quello prospettato dalla Federal Reserve. Dunque, nel corso di diverse occasioni nel corso delle ultime settimane, Draghi non ha potuto far altro che precisare di essere pronto ad agire, se necessario, concretizzando tale prontezza e tale disponibilità con una nuova stagione della propria strategia di politica monetaria espansiva. Il tutto dovrebbe poi tradursi, a dicembre, nel varo di una nuova fase del quantitative easing, probabilmente allargato per quanto concerne il volume e la tipologia di titoli acquistabili.

Completamente diversa è la politica monetaria della Federal Reserve, che dovrebbe finalmente approfittare dell’ultima occasione utile dell’anno (metà dicembre) per alzare i tassi di interesse di riferimento. Una mossa che non si vede dal lontano 2006 e che sembra ora essere maturata in maniera almeno ufficiosa, sulla base delle dichiarazioni del FOMC prima e della Yellen poi. Il succo è questo: se non vi saranno sconvolgimenti negativi nel corso delle prossime settimane, la Federal Reserve avvierà da metà dicembre una lunga stagione di graduali rialzi dei tassi di riferimento. Una strada al rialzo che comunque sarà molto lenta e molto ponderata, poichè tutto ciò che vuole la Fed è quello di evitare passi falsi in un clima così teso.

A proposito di condizioni utili per il rialzo, possiamo ricordare come l’ultimo FOMC abbia di fatto prodotto uno slittamento della decisione a causa delle aleatorie condizioni finanziarie internazionali. All’epoca la Cina costituiva probabilmente una criticità maggiore di quella che è oggi in grado di rappresentare, e dunque la concentrazione del comitato dovrebbe essere indirizzata in maniera esclusiva sul fronte endogeno, con analisi dei dati macro in corso di pubblicazione.

Ed eccoci, in tal senso, all’ultima novità. Proprio poco fa da Washington è arrivata la pubblicazione del report sull’occupazione, che manifesta – per il mese di ottobre – una flessione del tasso di disoccupazione al 5%. Contemporaneamente, nello stesso periodo sono stati prodotti 271 mila nuovi posti di lavoro. Il dipartimento del Lavoro statunitense ha dunque confermato la solidità della ripresa, dimostrando che il Paese si sta muovendo verso una condizione di piena occupazione e, dunque, verso una situazione ideale per conseguire l’obiettivo della stessa Federal Reserve. Le prospettive sembrano pertanto essere le migliori per convincere finalmente il FOMC a rompere gli indugi, e cercare di allentare la stretta dei tassi con un primo rialzo che manca, appunto, da 9 anni.

A conferma di ciò, il fatto che nelle ore successive all’annuncio il presidente della Fed di Chicago, Charles Evans, abbia sottolineato come la forte crescita dell’occupazione sia un’ottima notizia, utile per poter spingere l’inflazione verso il 2%. Gli investitori oggi attribuiscono una probabilità di quasi il 70% di un cambiamento della politica monetaria Fed nel corso della riunione del prossimo 16 dicembre.

Un ultimo cenno, infine, alla politica monetaria della Bank of England. La BoE nella scorsa seduta ha confermato il tasso di interesse allo 0,5%: l’impressione che è l’istituto britannico desideri attendere ancora un po’ di tempo prima di procedere al rialzo dei tassi. O, per lo meno, aspettare che una simile mossa possa essere formalizzata dalla Federal Reserve, dall’altra parte dell’Oceano.

In sintesi, il cambio EUR / USD si sta per orientare verso una nuova debolezza dell’euro, anche se – contrariamente a quanto si stimava pochi mesi fa – la parità di cambio non sembra alla portata.

“Ringraziamo Meteofinanza.com per il grafico di  cambio euro dollaro in tempo reale”.

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