“Deus Absconditus”, la mostra di Vincenzo Muratore al Loggiato San Bartolomeo di Palermo

di Giusy Chiello

Dio è nascosto, celato, da scoprire, in una sorta di limbo interiore che non tutti riescono a percepire, ma che fa parte di ogni individualità. L’arte, in questo caso, ha il compito di rendere noto questo legame profondo: tra l’individuo e lo spirito, il terreno e l’ultraterreno, che nascono e si ricongiungono nel medesimo punto. Un percorso introspettivo che si immerge nelle profondità più segrete dell’animo umano.

Questo il tema della mostra Deus Absconditus, di Vincenzo Muratore, inaugurata ieri al Loggiato San Bartolomeo di Palermo.  Un’esposizione artistica,  patrocinata dalla Provincia Regionale di Palermo e inclusa nel circuito Provincia in Festa, che vanta più di 100 opere di pittura, scultura, installazioni e architettura, raccolte nell’omonimo catalogo edito da Officine Trinacria.

L’evento comprende, oltre alla mostra (aperta al pubblico fino al 18 novembre), una tavola rotonda sul ruolo dell’architettura dal titolo provocatorio L’architettura del/nel cambiamento. Ripartire dal fallimento (10 novembre, ore 10.00), e un concerto di musica sacra del maestro Giovanni Angileri (17 novembre, ore 19.30).

Presenti all’opening di ieri pomeriggio, oltre ai tanti invitati, anche Giovanni Avanti –Presidente della Provincia di Palermo-, Pietro Gullo –sacerdote della comunità Trinità della Pace- e Rita Cedrini, curatrice della mostra, i quali hanno espresso il loro pensiero sul lavoro del giovane artista palermitano.

Nonostante la sua giovane età (27 anni) Muratore esprime un’arte profonda e matura che si manifesta attraverso il pennello e la realizzazione di sculture e architetture particolarissime.

Noi lo abbiamo incontrato e abbiamo cercato di farci raccontare  il suo ego artistico.

Vincenzo, da dove nasce il tuo amore per l’arte e il suo accostamento a ciò che è spirituale?

Da una necessità interiore. Dalla volontà di lanciare un messaggio:  ridare all’arte un ruolo teologico, farne uno strumento per rapportarsi in maniera autentica con il mondo e con se stessi.

Nudi, natura, spiritualità e religione: elementi apparentemente divergenti tra loro. Come spiegheresti a un fruitore poco esperto la loro commistione?

Sono espressioni dello stesso messaggio: stimolare l’introspezione e la ricerca di sé. Ritrovare la propria potenzialità spirituale.
La presenza di elementi naturali è tesa a ricordare che siamo parte di un sistema, che nessuno può dominare.

C’è chi ti definisce un artista poliedrico, tu invece come ti definiresti?

Una persona con tante cose da dire. L’ispirazione è come un fiume, l’arte un mezzo capace di darle la giusta direzione. 

C’è un’opera in particolare che credi possa rappresentarti più di altre?

La prossima. Ogni opera esprime l’assoluto dell’istante in cui viene percepita.

Cosa vedi davanti a te per il tuo futuro artistico?

Parafrasando Sant’Agostino, “Il tempo è l’estenzione dell’anima”. Quello che possiamo sapere è il qui, adesso e ora.

“Che cosa resterà di noi? L’eco del canto di un’allodola nel cuore di chi ci ha voluto ascoltare” (Sorella Maria di Campello). Con queste parole si apre il catalogo di Muratore e anche noi vogliamo concludere con queste, perché le riteniamo esplicative della sua arte e del suo modus vivendi.

La mostra è visitabile dal martedì al sabato dalle 09:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00.
Domenica e festivi dalle 09:00 alle 13:00.
Lunedì chiuso.

Per maggiori info: http://www.vincenzomuratore.it/

Foto 1: Il Seminatore di Papaveri. Vincenzo Muratore. Olio su tela, 30×24 cm.

Foto 2: Vincenzo Muratore e Rita Cedrini. Foto di Dario Romano

Foto 3: Vincenzo Muratore davanti all’istallazione sulla Shoah, dal titolo “Absconditus”. Foto di Dario Romano

Foto 4: Panoramica della mostra. Foto di Dario Romano

 

 

 

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