Agire e tacere: insegnare con i fatti

Riceviamo da Alfabeto del mondo onlus (Acam) la bella risposta di Giorgio Piras alla lettera inviata all’associazione dal prof. Colombu. Una risposta che, come dice bene la presidente di Acam Eugenia Maxia,  “costituisce uno spunto di riflessione sul volontariato e sulla funzione della cultura oggi così come 2.000 anni fa….”

 

Ho avuta la fortuna di leggere la lettera scritta dal Prof. Colombu, in cui esprimeva grande considerazione all´associazione ed al lavoro svolto attraverso i tanti soci. E dalla lettura di questa bellissima lettera ho tratto delle  considerazioni che vorrei condividere con voi.

La prima considerazione é squisitamente tecnico/artistica, la scrittura: incredibilmente piacevole alla vista, un tratto commosso ma deciso e forte delle convinzioni espresse. La bella forma letteraria adottata che si fonde con la musicalità dei versi e si adagia con la metrica. Un raro esempio di scrittura artistica che combina insieme opinioni ed idee contemporanee con fatti salienti del passato miscelandoli sinergicamente e figurativamente, rafforzandoli.

La seconda considerazione é etica: la similitudine usata dal Prof. Colombu attraverso la figura di Santa Lea infatti calza benissimo con la nostra vicenda e penso volutamente ci offre due spunti sinestetici: il primo ci dice che nonostante siano passati secoli diffondere cultura o comunque fare del bene gratuitamente é ostacolato, oggi come allora, persino dagli Enti che dovrebbero garantire per istituzione pari diritti ed opportunità ai cittadini. La seconda sinestesia il Prof. Colombu la suggerisce con la descrizione di Santa Lea, parlandoci del suo stile, del suo carattere, sotto il segno del riserbo. Agire e tacere. Insegnare con i fatti.  Fa così poco rumore che di lei non si sa altro, ignoreremmo perfino la sua esistenza se Girolamo non l’avesse ricordata in una lettera,  quando lei era già morta (e sepolta a Ostia).

Lo stesso riserbo che sarebbe piaciuto mantenere a noi dell´associazione e che purtroppo abbiamo dovuto rompere per difendere quello che per noi é un dovere prima di essere un diritto: riscaldare le anime di tantissimi uomini e donne di svariati Paesi e Continenti, attraverso la cultura.

La terza considerazione é umana: quest´ultimo mese per noi dell´Associazione Alfabeto del Mondo é stata davvero dura. Noi non abbiamo risorse, non abbiamo denaro, abbiamo solo volontà e passione che autoalimentiamo attraverso l´esempio dato dagli altri soci e dalle tante persone che cerchiamo di aiutare. Quindi in questo clima di incertezza che inevitabilmente si é creato, é chiaro che tutti noi siamo stati presi dallo sconforto, dallo stupore. Quello che a noi tutti ha dato forza e determinazione in questo periodo sono state le centinaia di lettere pervenute e che hanno espresso piena solidarietà con l´Associazione Alfabeto del Mondo.

E qui mi collego all´inizio di questa lettera perché anche qui il Professore ha avuto, a mio parere, una chiave di lettura perfettamente idonea della vicenda attraverso la figura di Santa Lea: noi infatti non facciamo niente gratis, (dico questo perché sembra sia la cosa che lascia interdette e incredule tante persone), ciò che noi diamo in termini umani ci viene restituito decuplicato. Noi entriamo ogni giorno in associazione con le tasche vuote e ne usciamo con le tasche ancora piú vuote, ma la nostra anima é leggera. Il nostro stipendio ci viene pagato in una moneta che se guardiamo le nostre istituzioni si direbbe fuori corso: le emozioni derivanti dalla solidarietà.

Le considerazioni io le ho potute fare grazie al  Prof. Colombu che nella sua commovente lettera, ha dato a tutti noi uno spunto di riflessione ed ancora più determinazione in ciò che facciamo.

Ecco, potrei dire che il Prof. Columbu ha pienamente fatto ciò che tutti noi, modestamente, tentiamo di fare giornalmente nell´Associazione, ci ha riscaldato l´anima.

Giorgio Piras

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