“Challenge” le sfide estreme che portano la morte

 

 

 

Di sfide estreme a cui un numero in forte aumento di giovani si sottopone per poi pubblicarle sui social-network ormai se ne sente sempre di più parlare. Selfie sulle ferrovie, ingerimento di sostanze tossiche, tentativi di salti mortali tra i tetti dei palazzi: ormai i casi di decessi per queste “challenge” sono all’ordine del giorno e il tutto solo per ottenere un po’ di attenzione mediatica.
Ma la sfida forse più assurda ed esagerata è quella che si sta diffondendo a vista d’occhio tra i giovani abitanti della Russia in questo momento.
Si chiamerebbe “Blue Whale” (dall’inglese letteralmente “balena blu”) e nasce da una malsana idea del 21enne Budeikin Phillip, ora dietro le sbarre, che ha ideato questa vera e propria “macchina mortale” sotto forma di semplice gioco che ha già mietuto, secondo il Siberian Times, ben 130 vittime adolescenti in Russia. Il gioco, infatti, invita i partecipanti ad affrontare una serie di (assurde) prove. Ad esempio, guardare film dell’orrore per un giorno intero, incidersi sul corpo una balenza azzurra, svegliarsi alle 4.20 del mattino, il tutto per 50 giorni. L’ultimo giorno il gioco prevede una provocazione mortale: trovare l’edificio più alto della città in cui si abita e saltare giù. Così gli ideatori di questa terribile moda invitano i partecipanti a togliersi la vita. I ragazzi che si sono lasciati trasportare in questo vortice di orrore, prima di farla finita, lo dichiarano sui social con frasi piuttosto enigmatiche: “Questo mondo non è per noi” oppure “Siamo figli di una generazione morta”.

Il gioco è in circolo da soli sei mesi e il caso più recente è avvenuto proprio poche settimane fa dove due ragazze di 16 e 15 anni hanno trovato la morte gettandosi dal tetto dello stesso edificio.
Le due, Yulia Konstantinova e Veronika Volkova, hanno annunciato prima il loro suicidio sui social Facebook e Twitter annettendo molti pensieri strazianti.
Le autorità si sono messe immediatamente all’opera per individuare i vari gruppi e reti alle quali le ragazze erano legate ed influenzate ed è emerso che tutte le vittime di questa macchina mortale frequentano i medesimi gruppi Facebook e vivono la maggioranza in famiglie tranquille.

Lorenzo Toninelli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *